
di Federico Di Bisceglie
Il caos, la polvere. Le urla, la terra che trema. E poi il buio. Federica Benini, 17enne ferrarese, era in mezzo a qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vivere. L’inferno del Marocco. Una scossa terribile ha squarciato la tranquillità di una cena, che doveva essere tranquilla e che invece ha avuto un epilogo ben diverso. Nessuna conseguenza diretta sulla giovane, fortunatamente. Ma le immagini che arrivano da Marrakech fotografano una situazione più che drammatica.
Federica, intanto come sta? È rientrata in Italia?
"Sì. Sono tornata in Italia l’altra sera. È andato tutto bene e gli aerei per il rientro sono stati tutti confermati".
Ci racconti di venerdì sera.
"Ero al ristorante con mia mamma, in una viuzza stretta al centro di Marrakech. A un certo punto ho sentito qualcosa che vibrava, sotto il pavimento. Ho guardato mia madre, per un momento ho pensato che avesse preso con il piede contro la sedia. Mi sbagliavo. Ho visto che si guardava attorno. A quel punto ho realizzato che era la scossa del terremoto. Il locale si è svuotato. Siamo usciti tutti".
E poi che è successo?
"Ci siamo aggrappati a un cancello di una casa di fronte al ristorante. Pochi secondi più tardi, una parte di un’abitazione poco distante è rovinata al suolo. Non ci siamo fatti nulla, fortunatamente, se non riempirci di polvere".
A quel punto siete rientrate in albergo?
"No, ci siamo messi a correre tutti verso la piazza. Era il caos. Peraltro in questo periodo la città è piena di turisti. Dunque la piazza si è affollata abbastanza in fretta. Tutto attorno a noi c’era gente che si muoveva alla rinfusa. Nel quartiere in cui eravamo, la Medina, abitano per lo più anziani. Per cui dopo un po’ abbiamo assistito a un andirivieni di ragazzi che entravano nelle case per sincerarsi che gli anziani stessero bene. Poi, abbiamo iniziato a sentire lo strepitio di sirene dei mezzi di soccorso".
Fino a che ora siete stati in piazza?
"Fino alle cinque del mattino. Seduti lì, in cerchio".
Tornare in albergo non era sicuro?
"In realtà abbiamo aspettato perché era attesa una scossa nel cuore della notte. E ci avevano consigliato di non tornare nei nostri alberghi. Per lo meno non tutti assieme. Mia mamma, tuttavia, assieme a un altro gruppo di persone, è andata nella struttura per recuperare teli, acqua e qualcosa da mangiare. C’è stato un blackout. Ma per fortuna si è risolto tutto in fretta".
Quando siete usciti dall’inferno?
"Erano circa le otto del mattino. Siamo rientrati in albergo e, per quanto possibile, ci siamo riposati un po’, salvo poi uscire per constatare che la situazione era davvero drammatica".
Qual è l’immagine che ha impressa negli occhi?
"Il caos e la disperazione. Peraltro in Marocco non sono abituati a eventi tellurici e non certo di questa portata. Per cui, è stata davvero molto pesante. Tra l’altro, nella piazza in cui siamo stati fino alle 5 del mattino, a terra giaceva un minareto. Ecco, quello mi ha fatto impressione".