
L’equipe medica e chirurgica che ha portato a termine l’intervento
Quando la chirurgia assomiglia più alla magia. Che sembra rendere possibile ogni cosa: dal buio alla luce. Provate a immaginare un paziente di soli tre mesi, affetto da una rarissima malformazione oculare che ne potrebbe pregiudicare per sempre la possibilità di vedere. I colori, il cielo, la vita. E ora immaginate che qualcuno questa vista, anzi, questa vita, glie l’abbia in qualche modo preservata. È successo proprio questo, nei giorni scorsi, a Cona, più precisamente nel reparto di chirurgia maxillo-facciale diretto da Manlio Galiè. Le cisti glio-ependimali sono malformazioni estremamente rare (riportati circa 44 casi in tutta la letteratura mondiale, di cui 4 in Italia). Nel caso specifico del bimbo trattato, la cisti stava comprimendo l’occhio, mettendo a rischio non solo la vista, ma anche il corretto sviluppo dell’orbita e delle strutture periorbitali. Il bimbo, originario di Rimini, presentava una recidiva dopo un intervento per la malformazione orbitaria con compressione del bulbo oculare e del nervo ottico; grazie alla collaborazione in rete con la neonatologia di Rimini era stato avviato ad una valutazione specialistica all’ambulatorio di Neuroftalmologia Pediatrica di Ferrara. A seguire è stata messa in atto un’attenta pianificazione preoperatoria, supportata da tecniche di imaging neuroradiologico ed oculistico. In questo modo è stato possibile individuare la strategia chirurgica più sicura ed efficace.
L’intervento, svolto in team dal chirurgo maxillo-facciale, l’oculista e il neurochirurgo ha richiesto una precisione estrema per rimuovere la malformazione senza compromettere i tessuti sani e garantire il miglior esito funzionale ed estetico possibile. La complessità dell’intervento è stata amplificata dalla presenza di una gravissima malformazione cardiaca che ha richiesto un’attenta pianificazione anestesiologica pediatrica al fine garantire la massima sicurezza durante l’operazione. Insomma, la situazione era parecchio critica. Ma dal male al bene, si arriva all’eccellenza. "Questo intervento – entra nel merito Galiè – è un esempio di come l’unione di competenze diverse possa fare la differenza per salvare non solo la vita, ma anche la sua qualità in un paziente così piccolo. La collaborazione fra tutti i professionisti è stata fondamentale per ottenere il miglior risultato possibile e offrire al piccolo la possibilità di una crescita normale con la conservazione della vista".
"La possibilità di preservare l’occhio – dichiara Marco Mura, direttore dell’unità operativa di Clinica Oculistica – e la funzione visiva in un caso così raro e complesso rappresenta un risultato straordinario". Dello stesso avviso anche Agnese Suppiej, direttrice della clinica pediatrica del Sant’Anna e Milo Vason, responsabile dell’unità operativa di gestione anestesiologica delle chirurgie specialistiche. Il piccolo paziente è ora in fase di recupero, con un attento monitoraggio clinico per garantire un corretto sviluppo delle strutture oculari e periorbitali. Grazie alla tempestività dell’intervento il bambino potrà crescere con un pieno sviluppo delle strutture facciali coinvolte; l’aver preservato l’occhio e il nervo ottico dà ora spazio a una riabilitazione intensiva e specializzata delle funzioni visive e fa sperare in una buona prognosi visiva e neurologica. L’esito di questa operazione rappresenta un ulteriore passo avanti per la chirurgia dei bambini con problematiche oculari e maxillo-facciali. Un piccolo miracolo di cui essere orgogliosi.