
Paesanti cita anche uno studio secondo cui. allevare ostriche riduce. Co2 nell’aria
"L’Iva al 10% sulle ostriche ci era dovuta da undici anni". Ad affermarlo all’Adnkronos è il vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna e allevatore di ostriche nella Sacca di Goro Vadis Paesanti, soddisfatto dell’impegno del ministro Francesco Lollobrigida di voler rivedere il regime fiscale (oggi al 22%) per il mollusco, assunto nell’ambito della degustazione di ostriche al Senato, promossa su iniziativa del senatore Alberto Balboni. "L’Iva al 10% – spiega Paesanti – ci era dovuta già dal primo chilo di ostriche vendute nel 2014 dalla nostra cooperativa Sant’Antonio, che ad ogni neo governo che si è insediato ha rappresentato questa ingiustizia: essendo l’ostrica un prodotto primario di acquacoltura, l’Iva doveva essere al 10% d’ufficio, ma nessun governo dal 2014 lo ha mai fatto". Ed è per questa ragione, che all’indomani dell’annuncio, ha scritto un messaggio di ringraziamento al Governo e al ministro. Tra l’altro, Paesanti ricorda che il "Dpr del ’72 ricomprende l’ostrica tra i i beni di lusso, ma qualche anno fa il tartufo – osserva – è stato tolto da quell’elenco… eppure non se ne è parlato da nessuna parte. Le ostriche di allevamento, come tutti i molluschi, dovrebbero avere l’Iva al 10% in Italia, mentre in Portogallo è al 4% e in Francia al 6%". Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Legacoop Agroalimentare e Agci Pesca e Acquacoltura che, in una nota, recepiscono con favore la proposta del ministro Francesco Lollobrigida, "perché le ostriche non sono un lusso".
Come riferito dalle associazioni, "chiediamo da tempo di adeguare l’Iva sulla produzione alle aliquote di altri Stati Ue nostri concorrenti come Francia e Spagna. Questo consentirebbe di vendere ad un prezzo più basso e favorirebbe una grande espressione della pesca made in Italy, un segmento emergente dell’acquacoltura in tutto il Paese. Lo chiediamo a maggior ragione adesso, dal momento che l’ostrica resiste meglio di altri mitili al granchio blu e la riduzione dell’Iva è diventata una necessità per poter dare agli allevatori una possibilità di diversificazione". Tra l’altro, da parte di Legacoop Agroalimentare e Agci Pesca e Acquacoltura viene ricordato come l’ostrica sia un prodotto sostenibile e alleato dell’ambiente: "Secondo una ricerca dell’Università, allevare ostriche è un modo virtuoso per eliminare la Co2 dall’ambiente: un chilogrammo di ostriche è in grado di sottrarre all’ambiente 275,8 grammi di anidride carbonica e con l’attuale produzione annua italiana e mondiale, si arriva ad un abbattimento di 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica".
Valerio Franzoni