Lo scritto del duca rubato negli anni ’70 e ritrovato a Londra

All’inizio di marzo scorso, la lettera che il duca Alfonso I d’Este scrisse nel 1524 a Ludovico Ariosto, commissario ducale in Garfagnana, è stata riconsegnata all’Archivio di Stato di Massa Carrara. Era stata a rubata negli anni Settanta dallo stesso Archivio di Stato, ’volata’ fino a Londra, per poi tornare in Patria, a Verona. La lettera autografa vergata su carta ingiallita dai secoli e dai lunghi passaggi di mani, scritta da Alfonso I D’Este di chilometri ne ha macinati davvero molti, fino a quando non è giunta nelle mani di un antiquario di Verona, che l’ha acquistata a un’asta on-line battuta a Londra e poi sotto la lente dei carabinieri del Nucleo tutela e patrimonio di Venezia, che il 9 marzo l’hanno riconsegnata a Massa Carrara. È lì la sua casa, insieme alle altre 116 missive che il duca Alfonso I e il suo commissario, lo scrittore e diplomatico emiliano Ariosto si erano scambiati all’epoca, molte sulla difficile gestione della Garfagnana, zona di briganti, "territorio ostile e difficile", come riportato nella lettera.

La sparizione. La missiva era stata rubata da chi al momento non ha un volto noto alle cronache: venduta a chissachi per poi tornare, dopo un giro immenso, in Italia, a Verona, dopo l’acquisto da parte di un antiquario veronese a un’asta battuta a Londra. Proprio lui ha innescato le indagini dei carabinieri Tutela del patrimonio, i quali da luglio scorso hanno ricostruito i passaggi e soprattutto insieme alla Direzione generale archivi e i relativi uffici periferici del Ministero della Cultura, sono risaliti all’autenticità della lettera manoscritta del duca, inviando poi il tutto alla Procura della Repubblica di Verona che sta conducendo l’indagine per risalire alle responsabilità del furto e ricostruire i vari passaggi.