Lo sgomento della storica: "Un odio che nasce innanzitutto dall’ignoranza"

Anna Quarzi: "Porterei i responsabili del gesto a vedere cosa fu Auschwitz"

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È l’ignoranza l’elemento che innanzitutto colpisce Anna Quarzi, presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea: "Il gesto è grave e purtroppo emblematico dei tempi in cui viviamo – esordisce –; nei momenti di crisi emerge il bisogno di manifestare odio. E quelle scritte, così grette, sono espressione di uno sfogo". Da parte di chi, prosegue la Quarzi: "Forse non conosce neppure il significato della svastica: prova ne sia che, al Barco come sulla sede del Pd di Porotto, sono state disegnate al contrario". Ma l’ignoranza non può essere considerata come motivo di assoluzione: "Come docente, registro questi episodi anche come rammarico – dice la presidente dell’Isco –: cosa abbiamo fatto, in questi anni, cosa non siamo riusciti a dire per evitare che questo sia il linguaggio di una parte senz’altro minoritaria, magari di giovani?". Giovani come le centinaia che proprio la Quarzi, negli anni, ha accompagnato ad Auschwitz nei ’Viaggi della Memoria’: "Tanti di loro, a distanza di tempo, mi dicono che quell’esperienza gli ha fatto aprire gli occhi, e in qualche comprendere". Comprendere persino quello che scriveva Primo Levi, non si può comprendere, ma che è fondamentale conoscere. "E basterebbe conoscere la nostra storia, quello che Ferrara ha pagato alle leggi razziali e alla Shoah – conclude Anna Quarzi – per evitare, forse, di compiere quei gesti così apparentemente semplici e al tempo stesso sconsiderati".

A proposito di conoscenza, un ’compito a casa’ proposto dalla presidente dell’Istituto di Storia Contemporanea è un ripasso, oltre che della Costituzione, "anche semplicemente della legge istitutiva della Giornata della Memoria. E’ stata promulgata nel 2000, ma a distanza di vent’anni ci sono tanti che nemmeno sanno che cosa sia".