FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Lo spettro dei dazi. La nostra economia si gioca 300 milioni: "Sarà una tenaglia"

È quanto emerge da uno studio pubblicato dal quotidiano il Sole 24. La provincia è piuttosto esposta alle politiche commerciali restrittive.

L’export, nonostante il contesto di contrazione dei mercati, è uno dei pochi indicatori che tiene a galla l’economia

L’export, nonostante il contesto di contrazione dei mercati, è uno dei pochi indicatori che tiene a galla l’economia

Potremmo permetterci di perdere oltre 11 punti percentuali di esportazioni? La domanda è chiaramente retorica e la risposta è evidentemente negativa. Tanto più che l’export, nonostante il contesto generale di contrazione dei mercati, è uno dei pochissimi indicatori che tiene a galla la nostra economia. Eppure, qualora la politica dei dazi minacciata dall’inquilino della Casa Bianca dovesse prendere corpo, il rischio sarebbe altissimi.

Per la nostra provincia, la contrazione avrebbe un peso sul Pil di quasi trecento milioni di euro su base annua. È quanto emerge da uno studio pubblicato ieri mattina dal quotidiano economico il Sole 24 Ore sulla base di un’analisi condotta da Prometeia. A livello nazionale, una provincia su cinque risulta esposta alla tenaglia delle politiche commerciali restrittive. Fra l’altro, in 22 province l’export è pari a oltre la metà del prodotto interno lordo generato. Quello ferrarese sarebbe il territorio che, a livello regionale, perderebbe meno in termini di export. Ma d’altra parte è quello con il pil generato più basso in relazione agli altri territori. Benché, va detto, raffrontando i numeri con quelli del 2019 emerge che i dati sono in crescita registrando un +7,1% su base annua (2024). La più esposta tra le province emiliano-romagnole è Piacenza, nella quale il valore dell’export (ogni cento euro di Pil generati) vale qualcosa come il 64,6%. Appena sotto, c’è Reggio-Emilia.

Nel Reggiano, l’export vale qualcosa come 13 miliardi di euro all’anno in crescita di quasi 22 punti percentuali se si raffrontano i dati con il periodo pre pandemico. A Parma il valore aggiunto rappresentato dalle esportazioni è pari alla metà di quello totale. Però, in proporzione, avrebbe più da perdere Reggio rispetto a Piacenza perché, se nella seconda le attività commerciali verso gli Stati Uniti pesano per il 4,2%, per la prima il peso è dell’11,7%. Poco di più – sempre in proporzione – rispetto a quello che vale nel nostro territorio. Modena, con 18,2 miliardi di export registra una crescita record che segna un +38% rispetto al valore delle esportazioni complessivo che aveva segnato nel 2019. Fra l’altro, sarebbe proprio il modenese a risentire maggiormente delle politiche protezioniste di Donald Trump. Infatti, sul totale delle esportazioni in territori extra Unione Europea, il 17,1% dei traffici è proprio verso gli Usa. Anche per il capoluogo di regione l’export ha un peso rilevante. Stiamo parlando del 43,6% del totale rispetto al prodotto interno lordo. Tradotto in termini numerici si tratta di quasi venti miliardi. Di questi, il 13,1% riguardano i traffici commerciali con gli Stati Uniti.

Negli ultimi cinque anni il fatturato estero dell’Italia è salito in modo consistente, arrivando a 623,5 miliardi di euro nel 2024, sebbene l’incremento vada scremato degli effetti dell’inflazione post pandemia e dell’aumento dei prezzi di materie prime e beni di consumo causati dallo shock energetico del 2022, dopo l’inizio della guerra in Ucraina. L’anno scorso, inoltre, si è chiuso in sostanziale stabilità (-0,4%) sul 2023. L’ultimo biennio è stato particolarmente complesso: la situazione geopolitica, le oscillazioni dei consumi in mercati e settori chiave, hanno stemperato gli entusiasmi post pandemici. Tornando alla nostra provincia, che si conferma comunque debole sul piano del valore delle esportazioni rispetto alle altre in Emilia-Romagna, possiamo dire senza timore di smentita che un ulteriore ammanco dovuto alle politiche restrittive degli Stati Uniti genererebbe uno scompenso difficilmente sopportabile da un sistema economico già profondamente provato.