Luca Caprini e il like a Hitler, perquisita casa e sequestrati pc

Il leghista e poliziotto è indagato assieme all’autore del post, un imprenditore ferrarese. L’ipotesi di reato è istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale

Il post finito al centro dell’inchiesta

Il post finito al centro dell’inchiesta

Ferrara, 10 settembre 2020 - Quel like a un post su Facebook nel quale si inneggiava a Hitler e ai forni crematori non è passato in sordina. Dopo l’aspra polemica politica, il clic di Luca Caprini – consigliere comunale della Lega, ispettore di polizia di Stato e sindacalista del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) – è finito sotto la lente della procura. A quanto si apprende, infatti, il pubblico ministero Andrea Maggioni ha aperto un’inchiesta per il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Gli indagati risultano essere due: Marco Faccini, imprenditore ferrarese autore del commento su Facebook e lo stesso Caprini, a causa del suo like al post ‘incriminato’.

Caso Caprini, le dichiarazioni erano di Luca Paoloni

Ieri mattina i due sono stati oggetto di una perquisizione eseguita dalla Digos su delega della procura. Dalle abitazioni degli indagati gli agenti hanno sequestrato cellulari e computer. Dispositivi che ora dovranno essere analizzati per valutare la presenza di eventuale materiale utile alle indagini. Il post finito al centro dell’inchiesta risale a giugno ed era associato a una foto di Sergio Sylvestre, l’artista di colore che ha cantato l’inno nazionale in occasione della finale di Coppa Italia di calcio tra Napoli e Juventus.

Ai piedi dell’immagine, Faccini aveva scritto un commento che faceva riferimento a Hitler e ai forni crematori. "Ma quel signore con i baffi che adoperava i forni non c’è più?" aveva scritto l’imprenditore sotto a una foto che ritraeva il cantante. Tra i primi like a comparire in calce al post c’è quello di Caprini. Il gradimento espresso dal poliziotto e consigliere comunale ha subito fatto rumore. A rilanciare il fatto sui social, dando il via a polemiche e reazioni indignate, fu Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il geometra romano morto dieci anni fa dopo essere stato arrestato. In quell’occasione, Cucchi si era rivolta direttamente al capo della polizia Franco Gabrielli. "Mi chiedo – scrisse – se questi siano comportamenti consoni a un appartenente dell’istituzione che lei rappresenta".

Anche a seguito del clamore suscitato dall’accaduto, la questura di Bologna ha formalizzato una contestazione nei confronti dell’ispettore, in servizio alla polizia stradale di Altedo. L’atto ha lo scopo di valutare la sussistenza degli estremi per una eventuale azione disciplinare. Da parte sua, Caprini ha già depositato una memoria difensiva per spiegare la sua versione dei fatti. Una versione che aveva illustrato anche al nostro giornale, all’indomani dell’accaduto. "Sono un c... – aveva detto al Carlino –. Ho messo mi piace per errore, senza neppure avere letto quello che c’era scritto". Una ricostruzione ribadita anche dal suo legale e sulla quale gli inquirenti ora dovranno svolgere tutti gli accertamenti del caso.