A livello nazionale, così come a livello locale, sono i negozi di dettaglio nel settore tessile e abbigliamento a registrare un calo più pesante. Tant’è che, anche in centro storico, sono per lo più le serrande dei negozi di abbigliamento ad abbassarsi. Ed è per questo che il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, chiede da tempo un’attenzione particolare a questo segmento suggerendo anche una serie di azioni per tentare di invertire la rotta.
"Purtroppo – scandisce Felloni, già presidente provinciale Ascom – è da tempo che registriamo sensibili contrazioni in questo segmento produttivo. Come ho avuto modo di sottolineare anche di recente agli esponenti dell’esecutivo, in Italia ogni giorno chiudono quattordici negozi di dettaglio. Molti dei quali del mondo della moda". Anche a Ferrara, aggiunge Felloni, "assistiamo da tempo a questo fenomeno e, nella sola via Bersaglieri del Po, da qui a fine anno chiuderanno circa una decina di attività commerciali". A livello nazionale, stando agli ultimi dati forniti nel report dell’ufficio studi Federazione Moda Italia, le vendite di prodotti di moda (abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile casa e articoli sportivi) hanno registrato un calo medio del 4,6% nel I semestre 2024 e neppure i saldi di luglio sono riusciti a invertire il trend dei consumi, con una perdita media in valore dell’8,1% sullo stesso periodo di luglio del 2023. Il 60% delle imprese che hanno risposto al questionario ha riportato, infatti, vendite in calo, mentre il restante 40% ha registrato una crescita (15%) o una stabilità (25%). "Dopo un primo semestre così complicato per i negozi di moda – prosegue Felloni – gli sconti più importanti di questo periodo potrebbero determinare per i consumatori un maggior interesse per i capi più significativi da indossare e sfoggiare durante le vacanze estive. Ma di questo passo si vedranno aumentare solo le chiusure dei negozi. Preoccupa molto il fatto che nel solo 2023 siano spariti dalle nostre strade 5.080 negozi di moda, che hanno lasciato quasi 10.000 persone in cerca di nuova occupazione. Rimane, quindi, un senso d’impotenza per un recupero e rilancio di un settore che rappresenta un fondamentale pilastro dell’economia nazionale, contando 170.828 punti vendita che occupano 299.890 addetti". Come Federazione, assicura il presidente, "stiamo lavorando su più fronti, sia a livello nazionale che territoriale, per ridare fiducia alle imprese e per diffondere il valore economico e sociale dei nostri negozi di prossimità. Da più tempo lanciamo segnali di preoccupazione e allarme di tenuta dell’intero comparto".
Anche sul versante locale, aggiunge, "sono tantissime le interlocuzioni che abbiamo con l’amministrazione: i negozi di vicinato rappresentano un presidio fondamentale e non possiamo permetterci di perderle. Occorre tra gli altri, un intervento pubblico sugli affitti perché troppo spesso sono i canoni molto elevati a impedire la sostenibilità economica dei negozi. Parallelamente, occorrerebbe immaginare un sistema di crediti d’imposta per stimolare l’acquisto nei negozi di dettaglio. I negozi del tessile e abbigliamento sono tasselli fondamentali dell’identità dei centri storici. È un patrimonio che non va disperso".
f. d. b.