"Lupi, nuova piaga. Rischio per il bestiame"

Cavalcoli (Confagricoltura): "Incidenti causati da questi animali, cattura e sterilizzazione per preservare la razza e ridurne il numero"

"Lupi, nuova piaga. Rischio per il bestiame"

"Lupi, nuova piaga. Rischio per il bestiame"

di Mario Bovenzi

"L’incapacità di assicurare un equilibrio tra la presenza delle aziende agricole e quella della fauna selvatica, ormai fuori controllo, rischia di determinare uno stravolgimento degli habitat naturali. Non possiamo permettere che lupi e cinghiali diventino l’ennesima piaga del nostro territorio". A lanciare l’allarme è Paolo Cavalcoli, direttore di Confagricoltura.

"Ci sono zone in Italia – sottolinea – in cui i danni provocati da lupi e cinghiali alle aziende agricole stanno creando problemi talmente gravi da costringere i proprietari ad abbandonare alcuni territori, se non addirittura a cessare l’attività. Qui a Ferrara, un territorio martoriato dalla presenza delle nutrie, con le aziende che devono fare i conti con i danni provocati da diverse specie di fauna selvatica, negli ultimi tempi si sono verificati diversi avvistamenti di cinghiali e di lupi. La loro presenza al momento non è tale da suscitare la preoccupazione degli agricoltori, ma si sono già verificati i primi incidenti stradali, come quello provocato da un cinghiale lo scorso dicembre sulla superstrada tra Gualdo e Cona in direzione Ferrara, o quello di qualche giorno fa, sempre sulla superstrada, all’altezza di Masi San Giacomo, causato da un lupo. Alcune famiglie della zona che allevano pollame ad uso famigliare, hanno rinvenuto le carcasse di oche e galline sbranate durante la notte, le orme rinvenute non lasciano dubbi sul fatto che la causa sia imputabile ad un branco di lupi". Negli ultimi mesi sono stati molti gli avvistamenti di lupi, in particolare nelle Valli del Mezzano, nell’argentano, portuense, ostellatese. Marco Tognetti, titolare di un’azienda agricola che si trova a Vallesanta di Campotto, racconta di diversi avvistamenti. "Non è raro vedere dei lupi nella nostra zona, forse anche per via dei terreni tenuti a boschi che ci sono nelle vicinanze della nostra azienda. Una mattina di un paio di mesi fa, un nostro operaio ha allontanato un lupo che cercava di entrare nel pollaio, quando vedono una persona avvicinarsi scappano, hanno paura. Attacchi a persone non ne abbiamo mai registrati – evidenzia Tognetti –. Inoltre fino ad ora non abbiamo mai visto lupi in branco, sono sempre da soli. Un altro episodio a cui ho assistito personalmente, mentre ero in auto, riguarda un lupo che mi ha attraversato la strada per raggiungere un campo in cui c’erano alcuni daini. Da agricoltore – conclude – devo dire che sono preoccupato per il rischio che corrono i nostri animali, non solo galline e oche, ma anche cani e gatti. A loro l’incontro con un lupo può riservare spiacevoli sorprese". La diffusione di questa specie nella penisola sta avvenendo ad una velocità allarmante. A Gradara, in provincia di Pesaro Urbino, una donna è stata accerchiata da un branco di lupi mentre dava da mangiare ai propri animali da cortile all’interno di un recinto, e solo il sopraggiungere di alcuni operai agricoli ha messo in fuga i lupi. In Toscana sono continui gli avvistamenti nei Paesi. La presenza di ungulati e predatori rappresenta una minaccia reale per la sicurezza e la salute dei cittadini. "Il rischio principale è la predazione del bestiame – riprende Cavalcoli – sia per gli animali al

pascolo che per quelli nelle stalle. E’ opportuno che gli agricoltori non lascino scarti organici nei campi o in prossimità delle stalle, e che i cittadini non abbandonino rifiuti alimentari, perché ciò rappresenta un richiamo per il lupo, ma anche per i cinghiali".

Forti i timori di Cavalcoli. "Siamo preoccupati – le sue previsioni – che il lupo ed il cinghiale possano diventare ben presto un problema anche per il territorio ferrarese. Quello del cinghiale per la nostra Regione rappresenta il problema principale, oltre ai danni alle coltivazioni, costituisce una fonte di rischio per la diffusione della peste suina africana, che sta tenendo con il fiato sospeso l’intero settore suinicolo italiano. Mentre per quanto riguarda il lupo – conclude il direttore di Confagricoltura – sarebbe a mio avviso auspicabile un intervento a livello nazionale da parte delle istituzioni, prevedendo la cattura e la sterilizzazione di un determinato numero di capi, in particolare degli ibridi, sia per preservare la specie ‘lupo italico’, sia per ridurre il numero di lupi sul territorio".