
I soccorritori nel luogo dell’incendio del camper
Le nuove indagini chieste dai familiari delle vittime non avrebbero comunque potuto portare a elementi tali da evidenziare responsabilità nell’accaduto. L’inchiesta sulla tragedia del camper bruciato in via Ferraresi deve quindi finire in archivio. A stabilirlo, dopo alcuni giorni di riserva, è stato il giudice per le indagini preliminari Andrea Migliorelli. Caso chiuso, dunque, e senza responsabilità penali per la morte di Mirella Graziosi e Stefano Cavalieri, madre e figlio di 88 e 61 anni trovati carbonizzati all’interno del camper la sera del 6 febbraio del 2024. La decisione del gip arriva a seguito della richiesta di archiviazione del fascicolo da parte del pubblico ministero Ombretta Volta, istanza poi impugnata dai familiari delle vittime, assistiti dall’avvocato Alessandro Sulsenti.
L’ultima speranza. In particolare, l’avvocato Sulsenti aveva proposto l’acquisizione di nuovi elementi per proseguire le indagini. Entrando nel dettaglio, la richiesta era quella di sentire alcuni testimoni, acquisire tabulati telefonici, chat e messaggi. L’ipotesi di fondo, sostenuta dai familiari anche attraverso un esposto, è che dietro all’incendio scoppiato all’interno del camper e costato la vita a madre e figlio ci fosse un’istigazione al suicidio. Ed è infatti proprio questa l’ipotesi di reato iscritta nel fascicolo ora archiviato, dopo che inizialmente era stato rubricato l’omicidio colposo contro ignoti. A quanto si apprende, a seguito dell’esposto la famiglia aveva formalizzato anche una denuncia contro la ex compagna di Cavalieri. Di questi aspetti si è discusso alcuni giorni fa davanti al giudice che, nelle scorse ore, ha sciolto la riserva con un’ordinanza che fa definitivamente calare il sipario sulle indagini sulla tragedia di via Ferraresi.
Fiamme nel parcheggio. Era la sera del 6 febbraio quando il piazzale del Decathlon, in zona Fiera, fu illuminato dalle fiamme scaturite da un camper in sosta in un angolo del parcheggio. All’interno i soccorritori trovarono due persone carbonizzate, poi identificate in Cavalieri e Graziosi. Madre e figlio vivevano lì da qualche tempo. All’origine del rogo, secondo le conclusioni degli inquirenti, ci sarebbe l’apertura di alcune bombole di gas all’interno del veicolo. Pur con un margine di incertezza, stando agli esiti delle indagini sarebbe plausibile ritenere che dietro all’apertura del gas ci sia un gesto volontario.