Ferrara, "Picchia i bambini a pugni". Maestra rischia il processo

Le accuse dei genitori. "Schiaffi e colpi sulle testa e sulle gambe". A febbraio la donna sarà davanti al giudice

Un bambino spaventato (foto d’archivio)

Un bambino spaventato (foto d’archivio)

Ferrara, 16 gennaio 2018 - Da febbraio è senza lavoro: licenziata «per giusta causa». E sempre a febbraio sarà davanti a un giudice che stabilirà se processarla o archiviare le accuse contro di lei. Meglio, le bordate. Già, perché nei guai è finita un’educatrice trentacinquenne per presunti maltrattamenti ad alcuni bambini, da uno a tre anni, di un asilo nido ferrarese.

Da settembre 2016 a gennaio 2017. «Schiaffi, colpi sulla testa e sulle gambe», recita il capo di imputazione, rivolti a quattro bambini «a lei affidati per ragioni di educazione, cura e custodia». A dare il via al tutto è una denuncia alla polizia sporta dai genitori di una piccola di due anni. Da qualche tempo, sua madre si è accorta di un mutamento «radicale nel carattere e negli atteggiamenti della figlia».

Tradotto: pianti improvvisi e prolungati incubi notturni, fino ad arrivare ad aggredire con calci e pugni mamma e papà. Nella denuncia si parla anche di «lividi sulle gambe». Una versione che, stando alle indagini, arriva pure da altri genitori: «Circa la metà dei bambini – così un passaggio della relazione degli inquirenti del 24 maggio riferito al racconto di una mamma – che frequentavano la classe di tata ‘X’, avevano detto che lei li picchiava». Il 17 gennaio la dirigente scolastica la sospende dieci giorni e nelle settimane successive arrivano altre segnalazioni. Il 14 aprile è la volta di una mamma di un bimbo di due anni raccontare che il figlio «rifiutava di stare con l’educatrice» e che mentre la vedeva arrivare «si metteva a piangere».

L’8 maggio tocca ad una ex collega la quale denuncia «di avere notato atteggiamenti non consoni». In particolare «proferiva minacce ai bimbi durante le attività dell’asilo». Ricorda anche che i bimbi bisognosi di cure e conforto lei «li lasciava a se stessi», rimanendo «sempre distaccata, non sufficientemente concentrata sul lavoro e distratta al cellulare».

Non solo. Agli inquirenti dice pure che i suoi metodi «erano molto bruschi, seguendo linee pedagogiche arretrate». Ma, conclude la ex collega, «mai sono stata testimone di percosse nei confronti dei bambini» e mai aveva avuto lamentele in tal senso. Un genitore, infine, aveva confidato alla polizia di aver visto il proprio figlioletto prendere a calci il cane o a pugni le bambole come risposta alla paura della tata.

Il 14 febbraio arriva il licenziamento, oggi impugnato. «Dalla scuola – chiosa il suo legale, Denis Lovison – non è mai arrivata una denuncia. Cosa molto strana? Altra cosa molto strana è il fatto che queste accuse arrivano nel momento in cui la mia assistita, che aspetta ancora alcuni stipendi, mette in mora l’associazione a cui è legata la scuola...».