FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Mafia nigeriana, colpo di scena. Si torna in Appello per l’aggravante

La Cassazione ha corretto un errore nel dispositivo indicando il rinvio per valutare quel singolo aspetto. L’associazione a delinquere non viene toccata, i giudici valuteranno solo la transnazionalità del reato.

Un errore materiale nel dispositivo della sentenza (poco più di un refuso) riapre il caso mafia nigeriana. Sembrava tutto finito a maggio, con la sentenza di Cassazione che confermava quanto stabilito dai primi due gradi di giudizio per quanto riguarda lo zoccolo duro delle accuse al clan nigeriano degli Arobaga Vikings, trasformando in verità giudiziaria quanto ricostruito da polizia di Stato e procura. E invece un ultimo e inatteso sviluppo spiana la strada a una nuova udienza d’Appello. In realtà, il nocciolo del verdetto non cambia di una virgola. Il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, riconosciuto in ogni grado di giudizio, non viene toccato e definisce ormai con granitica certezza quello che la banda faceva nella zona della stazione, tra spaccio di droga, controllo del territorio e regolamenti di conti a colpi di bottiglie rotte e machete. A dover essere rivalutati saranno soltanto due aspetti: primo, l’aggravante della transnazionalità del reato per tutti gli imputati, secondo, l’espulsione nei confronti di Stanley Onuhoa.

I passaggi che hanno portato a questo piccolo colpo di scena partono dal dispositivo del verdetto di terzo grado, depositato subito dopo l’emissione della sentenza. In quelle poche righe, gli ermellini indicavano l’annullamento della sentenza di Appello limitatamente all’aggravante della transnazionalità del reato e alla misura di sicurezza per Onuhoa (confermando dunque il resto). Il tutto senza però indicare il rinvio in Appello per una nuova valutazione di questi due punti. La prosa del documento non era chiarissima e aveva sin da subito suscitato dubbi e letture contrastanti anche tra gli avvocati coinvolti. Una precisazione in questo senso è arrivata circa una settimana più tardi, quando i giudici si sono riuniti per correggere e puntualizzare quanto scritto nel dispositivo. Il nuovo atto dispone dunque l’annullamento con rinvio limitatamente agli aspetti menzionati, e ora si attende la fissazione dell’udienza di Appello ‘bis’, nella quale i magistrati bolognesi dovranno rivalutare aggravante e applicazione della misura di sicurezza sulla base delle indicazioni della Suprema corte. La nuova decisione per quanto riguarda la transnazionalità potrebbe avere ricadute sul calcolo delle pene inflitte ai tredici imputati accusati di far parte dell’associazione criminale.

Nulla cambia, invece, per quanto riguarda il ‘cuore’ delle accuse a boss Dj Boogye (all’anagrafe Emmanuel Okenwa) e soci. Gli Arobaga Vikings erano un’associazione di stampo mafioso. Una verità riconosciuta sin dai primi due gradi di giudizio e resa infine irrevocabile dai giudici della sesta sezione penale della corte di Cassazione.