Mafia nigeriana Ferrara, il dj "Sono un Viking, devo ammazzarlo"

Operazione ’Signal’, in una intercettazione Boogye dichiara di voler far fuori Stephen Oboh, già vittima di un tentato omicidio

Un fermo immagine del video sul tentato omicidio di via Oroboni del 30 luglio 2018

Un fermo immagine del video sul tentato omicidio di via Oroboni del 30 luglio 2018

Ferrara, 3 novembre 2020 - A conferma della pericolosità e della determinazione degli appartenenti all’associazione Viking/Arobaga. Di come per loro il controllo della piazza di spaccio ferrarese fosse questione di vita o di morte, a tal punto da perseverare nell’intento di uccidere Stephen Oboh, il nigeriano di 26 anni, appartenente alla fazione contrapposta degli Eiye, che era già stato vittima di un tentato omicidio il 30 luglio del 2018, in via Oroboni. Delitto per cui già alcuni appartenenti ai Viking erano stati arrestati e condannati. Ma l’intento di ucciderlo o comunque di costringerlo ’a lasciar perdere’ la guerra per lo spaccio su Ferrara era ben presente nelle intenzioni dei Viking e in particolare del capo supremo in città e provincia, del "Re di Ferrara", Emmanuel Okenwa, detto Boogye.

Il commento Riti antichi, ferocia moderna di Beppe Boni

Una convinzione che emerge chiaramente dalle intercettazioni tra il dj di musica afro-beat, arrestato a Verona il giorno successivo al maxi blitz della Squadra Mobile di Ferrara nell’ambito dell’operazione ’Signal’ e alcuni affiliati della stessa associazione, anzi confraternita come la definiscono loro stessi, dedita allo spaccio di droga con una struttura gerarchica definita dagli inquirenti di stampo mafioso. E’ il 9 maggio del 2019 quando Boogye parla al telefono con Degbola. Ed è proprio, lui, il’re’ che come se stesse parlando di andare a fare una passeggiata dice "se non gli faccio male il 26, non sono un Arobaga", per poi ribadire fermamente che "deve ammazzarlo". Portare a compimento quello che il 30 luglio dell’anno precedente non era andato a buon fine, quando Oboh era stato aggredito con un machete, che è una delle armi preferite dei Viking.

image E se no fosse bastato questo, la confraternita aveva un piano ’B’ per far leva su Oboh, organizzando una spedizione punitiva nei confronti del padre che vive in Nigeria. Situazione questa che emerge da un altro colloquio telefonico intercettato dalla Polizia, sempre tra il dj e questa volta Trinity, il quale gli chiede come mai non è stato rintracciabile a lungo in tutto questo periodo. Boogye replica che ha avuto problemi con il telefono. Poi la discussione cade ancora su Oboh. Il dj ammette che "alcuni vecchi mi hanno chiesto di lasciare perdere", ma altri della confraternita avevano già chiamato delle "persone in Nigeria, per andare a fare del male al padre del ragazzo". Insomma il progetto di intimorire uno dei personaggi principali della fazione avversaria non è mai venuto meno. Da quel 30 luglio 2018, quando sembra per il mancato pagamento di una partita di droga da parte degli Eiye, sia partita la spedizione punitiva nei confronti di Oboh, l’intento dei Viking di farlo fuori non è scemato. Pensare che è proprio da quel tentato omicidio che sono scattate le indagini che hanno portato dopo due anni circa a tirare le somme sul sistema di organizzazione dei Viking/Arobaga, ritenuti dagli inquirenti un’associazione di stampo mafioso, dedita allo spaccio di droga in molte zone del Nord Italia, dove Ferrara rappresenta uno dei centri di maggior radicamento, sia per il numero di associati che per le personalità di spicco presenti nel capoluogo estense, a partire proprio da Boogye, il ’re di Ferrara’, un F.F,. nella catena gerarchica che vede come figura di vertice in Italia il chairman , che vive a Torino, e poi sotto lo stesso Boogye che con lui aveva rapporti diretti, quando non anche con i vecchi, gli Elders nella madrepatria. Delle 31 ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip di Tribunale di Bologna, che riguardano la piazza di Ferrara, dalla sqaudra mobile ne sono state eseguite 28.