"Mai visto prima un mare così alto Le barche? Salve per miracolo"

Il racconto di un pescatore del Lido di Volano: "Danni ingenti alle strutture, un’altra mazzata per noi. Ora temiamo per gli allevamenti di mitili, l’acqua dolce entrata dal Po li minaccia. Perso tanto seme"

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di Mario Bovenzi

Andrea Felletti, 39 anni, presidente della cooperativa pescatori di Volano. Dice: "È stata tosta, un mare così alto non l’avevo mai visto. Ma alla fine c’è l’abbiamo fatta, abbiamo rischiato di perdere le barche. Una lotta contro la natura, le abbiamo salvate tutte". Andrea, come Diego, Giacomo, Elio detto Sidni, Vadis. Sono i volti della sofferenza, quella che ti segna, ma anche i volti della rinascita. Dopo una mareggiata certo non così lunga come è successo altre volte. Sicuramente di una violenza inedita, come se gli elementi – vento, mare e cielo – si fossero uniti per dare un segnale.

Giorni difficili

"Abbiamo lavorato in mezzo all’acqua fino a tardi, per cercare di salvare il salvabile" dice Felletti al timone della cooperativa nella quale lavorano la moglie, il cognato, la sorella. La figlia ancora no, ha solo due anni. Davanti a lei c’è tanto tempo, anni per capire quanto è dura la vita del pescatore.

La situazione negli impianti?

"Parliamo di danni ingenti, è stata una mazzata per il settore. L’ennesima".

È così alto il mare?

"Oltre trenta centimetri sulla marea più alta che abbia mai visto, così alto che anche quando il giorno dopo è uscito il sole non potevi andare".

Diceva che ha salvato tutte le barche

"Si, un miracolo. Abbiamo salvato il pontone ed altre quattro barche. È stata una lotta, ci siamo riusciti. Ad altri è andata peggio, durante la mareggiata le barche letteralmente volavano via. Una cooperativa ha perso un motopontone. È scappato, finito contro la diga del taglio della falce e affondato. Adesso si vedono solo i resti. Altre cooperative hanno perso natanti".

Gli allevamenti di mitili, decisivi i prossimi giorni

"La paura è l’acqua dolce entrata dal Po, ma pare che la salinità si sia mantenuta. Abbiamo perso invece ingentissime quantità di seme. Avevamo appena acquistato dall’Olanda, c’era anche altro prodotto. Tutto spazzato via".

Le strutture?

"Tutto quello che era in mare è stato distrutto, i capannoni sono ancora allagati. Problemi anche per i posti barca. Siamo rimasti indietro con la manutenzione, non siamo stati guardiani dell’ambiente ma spettatori del disastro".

Una lunga giornata e una lunga notte

"Sì, eravamo a pezzi. Ci siamo aperti una bottiglia di vino per caricarci, per ripartire".