Tra luci e ombre il ritmo di espansione dell’economia ferrarese: meno debole l’Industria manifatturiera che, pur registrando un calo della produzione (-3,2%), con la fiducia delle imprese che perde però ulteriore terreno, rallenta la caduta rispetto al primo trimestre (-5,4%). Soffre l’Artigianato, che evidenzia una riduzione di ordini del -4,0%, a fronte di una media dell’intero settore manifatturiero del -2,8%. Tra gli indicatori rilevati dalla Camera di commercio, il risultato peggiore proviene dalle vendite all’estero riferito alle imprese manifatturiere fino a 500 dipendenti (-5,8%, contrazione che raggiunge quasi il -10% tra le imprese artigiane). Segno positivo per le Costruzioni che, rispetto ai mesi precedenti, segnati dall’esaurimento dell’effetto "superbonus", registra un’inversione di tendenza con un aumento tendenziale del +2,0%. Stabile il Commercio al dettaglio, caratterizzato da lievi andamenti positivi che coinvolgono solo la grande distribuzione. Dopo undici trimestri in crescita, rallenta la spesa delle famiglie e, dunque frenano i consumi. In crescita i dati delle esportazioni ferraresi diffusi da Istat (+2,3%), che includono le vendite all’estero delle imprese di maggiore dimensione. Il valore al 30 giugno ammonta a quasi 1,35 miliardi di euro e, considerando solo i mesi primaverili, sono state esportate merci per più di 677 milioni di euro, pari ad un +0,8% rispetto al trimestre precedente. In termini nominali, l’ammontare risulta superiore ai valori corrispondenti allo stesso trimestre degli anni antecedenti, fatta eccezione per gli anni 2018 e 2022. Questi i dati principali diffusi ieri dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna. "Il costante aggiornamento delle analisi sulle condizioni dell’economia ferrarese è cruciale per contribuire a disegnare e suggerire le misure più appropriate di policy, che indirizzino verso una maggiore crescita economica. Occorre agevolare chi investe". Così Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio. "Il lavoro – prosegue Govoni nella disamina ai numeri – resta la vera priorità, per questo l’impegno degli imprenditori a rendere più forti le loro aziende, a investire, a cercare nuovi mercati, a innovare, a migliorare l’impatto con l’ambiente esterno, è altamente prezioso". Tornando all’indagine della Camera di commercio, i dati del Registro delle Imprese riferiti al secondo trimestre dell’anno rilevano meno chiusure aziendali, a fronte di un maggior numero di nuove attività con un saldo positivo per le imprese ferraresi di +161 unità. Al 31 agosto di quest’anno, lo stock complessivo delle imprese registrate in provincia di Ferrara, al netto delle cancellazioni d’ufficio, si attesta sulle 32.092 unità. Crescono, in particolare, le unità locali di imprese con sede fuori provincia. Il valore aggiunto ferrarese, infine, secondo gli scenari delle economie locali realizzati da Prometeia, potrebbe, per il 2024, andare oltre il +1,2%. In chiaroscuro anche il bilancio sulle presenze turistiche che già nei mesi scorsi ha generato un’aspra contrapposizione tra maggioranza e opposizione. L’osservatorio dell’ente camerale prende in considerazione il periodo compreso tra gennaio e luglio 2024. Il parametro è doppio: un confronto fra lo stesso periodo dell’anno nel 2019 e nel 2023. I pernottamenti dei turisti italiani rispetto al 2019 hanno registrato un incremento di 2,6 punti percentuali. Mentre i pernottamenti degli stranieri rispetto al 2023 registrano un’impennata di 5,6 punti. Però, nel complesso, il dato è negativo: rispetto al 2019, il calo dei turisti si aggira attorno ai diciassette punti percentuali.
CronacaMale l’export per le imprese di casa : "Manifattura e artigiani rallentano. Occorre agevolare chi investe"