Maltempo, Campotto minacciata dal ‘Garda’: evacuate quaranta famiglie. "A rischio la rottura dell’argine"

I residenti hanno dovuto abbandonare temporaneamente le loro case in via del tutto precauzionale. Per salvare alcuni territori nel Bolognese è stata presa in considerazione l’ipotesi del ’taglio’ della sponda

Uno sfollato al palasport in attesa di poter fare ritorno alla propria abitazione

Uno sfollato al palasport in attesa di poter fare ritorno alla propria abitazione

Campotto, 20 maggio 2023 – Storie di vita quotidiana travolte dall’acqua. La paura di ritrovarsi senza un tetto sulla testa. Anche ieri a Campotto si è ripetuto lo stesso canovaccio, un film, purtroppo, che si sta riproponendo da giorni in buona parte della regione. Paesi interi tenuti in scacco dai canali ’ribelli’ che inondano i centri abitati. Stavolta a causare l’evacuazione a Corea di Campotto è stata un’operazione in territorio Bolognese sul canale Garda. In pratica, per far defluire l’acqua, i tecnici della Bonifica Renana hanno vagliato l’eventualità di un taglio dell’argine del sesto alto, in territorio bolognese, proprio sul canale Garda. In via del tutto precauzionale i residenti di Corea, hanno dovuto temporaneamente abbandonare le loro abitazioni.

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L’ipotesi del taglio del Garda verrà ponderata fino all’ultimo, e non è detto che si renda necessaria. Corea si trova proprio a pochi metri dal ponte del torrente ’Idice’ , che è stato riaperto al traffico dopo essere stato chiuso per alcuni giorni per questioni legate alla sicurezza idraulica, imposte dalle misure adottate per far fronte al maltempo e agli allagamenti. L’operazione di evacuazione dei residenti che vivono anche nei pressi delle valli, dell’ex fornace e nelle campagne che portano al ponte di Sant’Antonio, son state propedeutiche all’ipotesi, come detto, di un taglio dell’argine del sesto alto sul canale "Garda". Che, effettuato meccanicamente e di proposito, consentirebbe, come spiega il sindaco Andrea Baldini "il deflusso dell’acqua delle aree a monte dell’invaso". Una sorta di ’salasso’ insomma che, in un tempo stimabile di circa tre ore, dovrebbe progressivamente inondare i terreni e le case nei dintorni. L’ipotesi del taglio ha dunque dato il via, ieri, allo sgombero di un’altra quarantina di persone, altrettante lo son state il il giorno prima, tra cui intere famiglie, che preventivamente informate sono state invitate a farsi ospitare da amici o parenti. Altri abitanti, del resto, con mezzi propri, o con l’aiuto di carabinieri, polizia locale e protezione civile, hanno raggiunto piazza Garibaldi ad Argenta. Un punto di ritrovo dove sono giunti tutti alla spicciolata.

Da qui poi gli sfollati sono stati smistati nei centri di prima accoglienza già individuati. E che già ospitano un centinaio di sfollati romagnoli: vale dire al palasport Don Minzoni, alla palestra delle scuole elementari ed al centro sportivo Gescad. "Speriamo che si tratti di un’emergenza, provvisoria – è stato il commento all’unisono della gente che ha dovuto andarsene – speriamo che tutto finisca al più presto, che tutto vada bene. Vogliamo tornare a casa nostra". Mentre c’è stato anche chi di lasciare la propria abitazione non ne voleva sapere. "Non è mai successo – han detto in sintesi – e non succederà ora". Ma alla fine han dovuto cedere alle convincenti insistenze degli addetti ai lavori. Intanto le scuole rimangono chiuse e restano ancora alte l’allerta e l’emergenza. Piove ancora. Osservate speciali le piene del Sillaro e dell’Idice, mentre è passata quella del fiume Reno.