
Una festa di colori, di sentimenti, di ringraziamenti e di parole, con anche una canzone, tutta in italiano, dedicata alle insegnanti. Giovedì è terminato, con la consegna dei diplomi, l’anno scolastico del progetto dell’Udi di Bondeno ‘Spazio Donna’. E’ la scuola di italiano delle donne straniere, madri, mogli che hanno frequentato le lezioni. Sono più di settanta. Hanno frequentato i corsi la mattina, quattro ore alla settimana, da ottobre a giugno, divise in cinque gruppi a livello medio, intermedio e avanzato. Abitano a Bondeno con la famiglia. Arrivano da Pakistan, Marocco, Moldavia, Bielorussia. "Conoscere la lingua italiana è fondamentale – racconta Mounia -. La impariamo dai nostri figli in casa ma non è sufficiente perché parliamo per lo più la nostra lingua d’origine. Vogliamo imparare l’italiano per poter parlare con le insegnanti dei nostri figli durate i colloqui, per comunicare e spiegarci ad un medico durante una visita e capire cosa ci stia dicendo".
Per ringraziare gli insegnanti, alcune di loro hanno pronunciato un discorso in italiano: "Grazie a tutte le maestre e alle baby sitter che ci hanno tenuto i bambini – ha detto Razica – così abbiamo potuto studiare tranquille. Un maestro di scuola può cambiare la faccia del mondo". "L’anno trascorso è stato indimenticabile – ha aggiunto Hadda – e per questo motivo ringrazio le maestre. Aspettiamo il prossimo anno per proseguire questo cammino". "Il prossimo anno saremo ancora qui – ha detto Elena – ad imparare ancora tante cose nuove". Storie di vita, lontano dai loro paesi, che si fanno impegno di studio e occasione di incontro e di socialità: "Per chiedere il permesso di lungo soggiorno serve il certificato A2 di Italiano – spiega Hind -. Mi sono iscritta a Ferrara per ottenerlo, ma frequentare qui le lezioni per prepararmi è fondamentale". Gli insegnanti volontari sono Auro Pirani, Angela Balestra, Laura Bacchiega, Cristina Guerzoni e Fatima Sahadi. Ci sono ben cinque tate italiane che tengono i bambini e giocano con loro mentre le madri fanno lezione. La scuola è partita vent’anni fa con una decina di donne ed è stato un crescendo. "Facciamo tante simulazioni per imparare i dialoghi delle situazioni più importanti – racconta Angela Balestra – Sono molto motivate. Si incontrano, studiano, fanno addirittura i compiti a casa e ci li portano da correggere". Dopo aver cantato insieme ‘Mamma mia’ degli Abba, ringraziando le insegnanti hanno chiesto "di poter fare il prossimo anno un giorno in più di lezione alla settimana".
"Vorrebbero fare un percorso che le porti a poter prendere la patente e a lavorare - spiegano gli insegnanti - nessuno di loro ha un certificato di A2 che serve per chiedere un permesso lungo di soggiorno. Devono andare al Cpa di Cento o Ferrara e questo per loro è complicato per gli spostamenti, costoso e spesso impossibile". Con la cultura si superano le barriere. La comunicazione serve proprio a unire i popoli attraverso il dialogo continuo. L’integrazione passa dallo scambio culturale tra popoli diversi, ma accomunati dalla voglia di trasmettere il proprio sapere.
Claudia Fortini