"Manca una visione industriale" Fiom, venerdì sciopero di otto ore

L’allarme del sindacato: "A Cento rischiano 300 lavoratori. A Ferrara spirale negativa per lo stabilimento"

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di Ruggero Veronese

Crisi internazionali, aumento dei costi di produzione, posti di lavoro a rischio al Petrolchimico, nello stabilimento Vm e in tutto il comparto metalmeccanico: è un vero e proprio allarme rosso per l’economia ferrarese quello lanciato dalla Fiom - Cgil, che venerdì prossimo aderirà allo sciopero regionale portando a otto ore (invece di due, come negli altri capoluoghi emiliani) la durata della mobilitazione. Un modo, secondo il segretario della Fiom ferrarese Giovanni Verla, per mettere la città estense sotto i riflettori e spingere le istituzioni a "discutere il prima possibile di una strategia condivisa per questo territorio, in cui da troppo tempo mancano una politica industriale e una visione di insieme". Particolarmente urgente secondo Verla la questione del Petrolchimico, che dopo la chiusura del cracking di Porto Marghera (che riforniva gli stabilimenti del nord Italia di polimeri di base) rischia di andare incontro a una spirale negativa con gravissime ricadute occupazionali. "La decisione di Eni di non operare più nel comparto petrolchimico avrà conseguenze pesanti per tutto lo stabilimento, in particolare nei settori delle manutenzioni e della carpenteria industriale". Ma se Ferrara piange, Cento non ride: "Si rischiano almeno 300 esuberi", sintetizza Verla, spiegando che le difficoltà dello stabilimento Vm derivano da due fattori. Da un lato "le scelte legate alla transizione nella produzione (lo stop alla produzione del motore diesel V6, ndr), con le relative ricadute occupazionali", dall’altro "il ruolo delle istituzioni, che per tutelare chi rappresentano avrebbero bisogno di una strategia condivisa e una visione di insieme, come in altri territori".

Un mantra, quello della necessità di definire una politica industriale per il territorio ferrarese, che ritorna più volte nel discorso del segretario Fiom, coinvolgendo anche la Berco di Copparo e "un’intera galassia di piccole aziende che lavorano sul territorio e avrebbero bisogno di un sistema industriale interconnesso". Una necessità ancora più pressante quando, come nel caso della Berco, "entrano in gioco multinazionali come ThyssenKrupp, con cui occorre confrontarsi a livello di sistema".

Pur non criticando apertamente la politica e le istituzioni, Verla non nasconde l’invito a un maggior sforzo collettivo: "È chiaro che le istituzioni locali non hanno il potere del ministero, ma un certo tipo di coinvolgimento ci dovrebbe essere. In Emilia-Romagna è stato firmato un patto per il lavoro regionale che dovrebbe orientare l’azione delle istituzioni, ma raramente viene applicato. Il problema è l’assenza di vere politiche industriali".

Altro nodo da sciogliere per la Fiom è quello del rinnovo dei contratti collettivi: dopo la conclusione delle trattative per i contratti in Berco ("rinnovati alla scadenza, senza soluzioni tampone"), per il sindacato è tempo di aprire le trattative negli stabilimenti Lte Toyota, ZF (entrambi a San Giovanni di Ostellato) e alla For di Poggio Renatico. L’obiettivo è "arrivare alla stabilizzazione dei contratti di lavoro, senza superare i 24 mesi per raggiungerla. La legge italiana prevede talmente tante forme di contrattoa termine, da poter tenere un lavoratore a vita nel precariato, ma dobbiamo andare contro questa tendenza".

Tutte questioni che verranno affrontate dal sindacato durante il presidio di venerdì, previsto a partire dalle nove di mattina di fronte ai cancelli del petrolchimico.