FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Marito verso il processo: "Segregata e violentata". Giovane sposa salvata con il traduttore Google

Dopo il matrimonio combinato botte, insulti e divieto di imparare l’italiano. All’ospedale l’intesa grazie a uno sguardo con un’altra paziente vittima di abusi. .

La denuncia della donna è stata raccolta dalla polizia di Stato

La denuncia della donna è stata raccolta dalla polizia di Stato

È bastato uno sguardo per capirsi al volo. Per chi ha conosciuto la violenza tra le mura domestiche, gli occhi di un’altra donna che ha subito lo stesso destino sono un libro aperto. Ed è proprio da un’occhiata, scoccata da un letto all’altro dell’ospedale, che una paziente ha compreso l’incubo nel quale era piombata la propria compagna di stanza, una venticinquenne pachistana in stato di gravidanza. Da quell’istante, la solidarietà tra vittime ha superato ogni barriera culturale e linguistica. Con l’aiuto del traduttore di Google, la paziente è riuscita a far emergere una vita di soprusi e ad allertare il centro anti-violenza. Un passaggio che ha permesso alla malcapitata da una parte di lasciare quella casa in cui era trattata come una schiava e dall’altra di portare a processo il marito violento. Oggi, a due anni dai fatti, il caso si prepara ad approdare in un’aula di giustizia. Il presunto marito-padrone, un pachistano di 33 anni imputato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, comparirà il 9 aprile davanti al giudice dell’udienza preliminare per rispondere delle contestazioni mosse dalla procura a seguito della denuncia della moglie, assistita dall’avvocato Sara Bruno.

I fatti. La vicenda prende le mosse da un matrimonio combinato. Dopo quelle nozze decise dalle rispettive famiglie, la giovane è arrivata in Italia per andare a vivere con il marito in un Comune della provincia. Non appena ha messo piede in quella casa – questo il racconto della 25enne – la sua vita si è trasformata in un inferno. La giovane sposa ha iniziato a subire una serie di maltrattamenti che si sono concretizzati in insulti quotidiani e pesanti privazioni. Il capitolo delle attività che le erano proibite era ampio: si andava dal divieto di comunicare con altre persone all’impossibilità di andare a lezione di lingua italiana o a scuola guida. Aveva inoltre forti limitazioni nell’utilizzo del cellulare e la sua vita era controllata in ogni aspetto. Al punto da nascondere uno smartphone in modalità registrazione nella sua stanza al fine di carpirne le conversazioni private. Stando alla denuncia non mancano poi le violenze, fisiche e sessuali. Il marito l’avrebbe infatti in più occasioni picchiata, strattonata e trascinata per le scale. Avrebbe poi ripetutamente ottenuto rapporti sessuali nonostante il suo netto rifiuto. In un’occasione sarebbe arrivato a violentarla tenendola ferma e tappandole la bocca con una mano.

Quella situazione di sofferenza ha avuto gravi ripercussioni anche dal punto di vista della salute. La giovane aveva infatti smesso di mangiare e il conseguente stato di denutrizione l’aveva debilitata al punto da causarle un mancamento e farla cadere dalle scale. A seguito dell’infortunio era stata portata in ospedale. Proprio durante quel periodo di ricovero si è verificato l’incontro fortuito che le ha permesso di aprire un varco attraverso le sbarre che le erano state costruite intorno. Quando la compagna di degenza ha dato l’allarme, ha scoperto che lo stesso personale sanitario aveva scorto segnali sospetti e stava già compiendo tutte le mosse necessarie. Erano i primi passi verso una libertà che la giovane sposa non aveva mai conosciuto.