Masterchef, Simone Finetti da Ferrara spiega le ricette di Natale

Tradizione e innovazione da portare in tavola sotto le Feste. E per dolce il tiramisù 2.0

Lo chef Simone Finetti (Foto Modonesi)

Lo chef Simone Finetti (Foto Modonesi)

Ferrara, 24 dicembre 2017 - Il Natale bussa alle porte. E mentre c’è chi ancora fa la spola per negozi, in cerca degli ultimi regali, nelle cucine ferraresi si accendono i fornelli, pronti per la maratona culinaria che vedrà impegnata la comunità estense sino alla notte di San Silvestro. Simone Finetti, cuoco noto per aver partecipato alla quarta edizione di MasterChef Italia – e ora alle prese con un nuovo progetto, volto a promuovere le aziende che gravitano attorno all’universo enogastronomico di alta qualità – si presta a qualche consiglio per un pranzo di Natale ‘da veri chef’. «Innanzitutto, la cena della Vigilia. Spesso ci si focalizza solo sui pranzi natalizi, dimenticando che anche il 24 è un’occasione importante per gustare un pasto ben fatto», esordisce Finetti.

«Io credo che sia giusto assecondare la tradizione, senza la quale non esisterebbe innovazione. Per la Vigilia sulle tavole non può mancare il pesce, a braccetto con le bollicine: Franciacorta o Champagne. Le crudità ittiche come ostriche, accompagnate da frutti esotici di buona qualità, come passion fruit o il mango, sono un ottimo abbinamento per antipasti ricchi e accoglienti. Per continuare in linea con quest’accoppiata, proporrei un risotto al nero di seppia, mantecato col fegato del pesce stesso, spesso invece scartato. La seconda portata riveste quindi il ruolo di primo piano. La mia idea è quella di servire un pesce unico e abbondante da dividersi fra i commensali. Uno scorfano, con salsa bernese come condimento, può servire allo scopo di creare un ambiente conviviale, in cui regni lo spirito di condivisione. Infine il dessert, dove riesce più semplice dare libero sfogo al proprio estro culinario. A chiudere il menù elencato, vedo bene un ‘tiramisù 2.0’. Si tratta di un dolce rivisitato, con alcune variazioni come il crumble di pastafrolla e la spuma di ricotta e crema di mascarpone».

«A Natale poi – riprende Finetti – le specialità ferraresi: cappelletti tirati a mano e serviti in brodo di cappone, addensato con burro e farina sino a diventare salsa, sono l’inizio migliore. Anche sulla seconda portata non ci sono dubbi. Salama da sugo col puré di patate. In alternativa, magari un coniglio ripieno, servito con verdura di stagione, cavolo nero ad esempio. Il vino d’accompagnamento deve essere preferibilmente un rosso, Lambrusco o Nebbiolo piemontese, Amarone se ve n’è la possibilità». E nonostante le proposte di Finetti appaiano sature di calorie ai più attenti alla linea, il monito dello chef è chiaro: «L’equilibrio è sicuramente importante. Ma penso che anche gli sportivi, e chi sorveglia attentamente il proprio peso, durante le festività possano concedersi uno strappo alla regola». D’altronde, rileggendo le proposte, come dargli torto.