Una mozione per "sostenere e sollecitare, per tramite del presidente della Camera dei deputati, la più celere calendarizzazione delle proposte di legge" affinché sia introdotto "un esplicito divieto universale di accesso alla pratica della maternità surrogata anche in Paesi stranieri". E’ questo il contenuto del documento protocollato dal gruppo Ferrara Nostra, presieduto da Francesca Savini (foto). L’argomento è molto discusso anche a livello nazionale e si aprirà un dibattito acceso anche in Aula a Ferrara. Non solo per l’esplicita richiesta contenuta nell’ultima parte della mozione, bensì per i contenut sui quali il gruppo Ferrara Nostra intende impegnare l’assise. Il Consiglio, si legge nel testo, esprime "ferma condanna nei confronti di coloro che si affidano alla pratica dell’utero in affitto incentivando lo sfruttamento del grembo di una donna per fini economici e la mercificazione di bambini". Ed è proprio la capogruppo Savini che, in una nota inviata al nostro giornale, esplicita il significato di questo documento politico. "La maternità surrogata, già riconosciuta come reato nel nostro Paese, si configura come un immondo commercio di gameti, embrioni o parti del corpo, operato grazie all’intermediazione di agenzie internazionali che espletano tutte le pratiche burocratiche e forniscono assistenza anche legale a chi voglia comprare o vendere bambini. Chiunque nutra profondo rispetto per l’uomo, per i principi che ne regolano l’esistenza, non può in alcun modo ammettere che soggetti potenti, in forza del denaro, sfruttino la disperazione o lo stato di bisogno di donne che accettano di portare in grembo un figlio che verrà loro strappato". Di qui l’auspicio che "venga al più presto riconosciuta l’universalizzazione del divieto di ricorrere alla maternità surrogata".
f.d.b.