Matteo Trentini morto nell'incidente a Solarolo. "Addio, ragazzo buono e generoso"

Due comunità in lutto per il centauro morto sabato in un incidente. Il dolore della madre sui social: "Ho perso una parte di me"

Matteo Trentini, morto nell'incidente a Solarolo

Matteo Trentini, morto nell'incidente a Solarolo

Argenta (Ferrara), 8 agosto 2022 - San Biagio e Filo sono in lutto. Le due località piangono la tragica scomparsa di un loro giovane compaesano, Matteo Trentini, 44 anni, il centauro che ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto sabato a Solarolo, in provincia di Ravenna. A San Biagio Matteo ci è nato. In paese vivono i suoi genitori e molte sue conoscenze. A Filo, invece, il motociclista ci abitava con la moglie.

Due intere comunità incredule, che si stringono ora attorno al dolore dei familiari, la mamma Liviana Pambieri, il papà Gianni e la consorte Miriam. A loro continuano a giungere parole e messaggi di cordoglio e di vicinanza. Anche sui social, dove la madre ha postato un stringato ma struggente messaggio. "Grazie a tutti – si legge –. Una parte di me mi ha abbandonato". Con le lacrime strozzate e un nodo alla gola anche il sindaco Andrea Baldini commenta la tragica notizia. "Era un amico – dice il primo cittadino –. Di lui ricordo in particolare l’impegno nel volontariato, nel sociale, a dare una mano in cucina durante le feste e le sagre".

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Dando una scorsa alle pagine social, si contano innumerevoli messaggi di condoglianze e affetto, soprattutto dagli amici, profondamente colpiti, e da chi come lui condivideva la passione per le moto, per i cani, e anche per lo sport, dove era da tempo attivo come insegnante di arti marziali. "Ciao Matteo, non ti dimenticheremo mai, il tuo ricordo resterà per sempre nei nostri cuori, nella nostra mente". E poi ancora: "Di te Matteo si può solo parlare bene: riposa in pace".

Intrinsi di cordoglio e commozione sono i commenti espressi, quasi all’unisono, da tantissimi conoscenti. "Che disgrazia, che tristezza: non ci sono parole. Se ne va un bravo ragazzo, buono, generoso, sempre disponibile. Ancora una croce, l’ennesima, piantata ai bordi di una strada". Laureato in ingegneria, figlio unico, ‘Trent’, così era soprannominato, era una persona molto stimata e apprezzata anche sul lavoro, tra i colleghi della General Cavi, l’azienda di Lavezzola dove ricopriva il ruolo di dirigente. Ancora da stabilire la data del funerale, per la quale si attende il nulla osta dell’autorità giudiziaria che indaga sulla tragedia.