FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Medici di famiglia, l’allarme: "I posti vacanti sono quasi cento, figura destinata a scomparire"

Casaroli (Fimmg): "L’ultimo bando è stato un flop, dottori disincentivati a intraprendere la professione. Non vogliono diventare dipendenti, come vorrebbe la Regione. Servono più Medicine di gruppo".

Claudio Casaroli

Claudio Casaroli

"A queste condizioni, i medici di base sono sempre più disincentivati a intraprendere la professione e il rischio è che questa figura fondamentale per la sopravvivenza della medicina territoriale fra qualche anno scompaia". L’allarme che lancia Claudio Casaroli, presidente provinciale del sindacato dei medici di medicina generale (Fimmg) non è passibile di fraintendimenti. Il grido d’allarme arriva nei giorni in cui la Regione fa i conti con un bando, per 1.434 medici di base, che è stato fondamentalmente un flop. Anche a Ferrara, da quello che racconta al Carlino Casaroli, la situazione non è per nulla confortante. Stando ai numeri diffusi dalla Regione, a fronte di una disponibilità di 1.434 posti previsti dal bando, ne restano ‘vacanti’ oltre 1.200.

Casaroli, una diserzione piuttosto preoccupante. Com’è la situazione nella nostra provincia?

"Rispecchia, purtroppo, il trend registrato a livello emiliano-romagnolo con l’aggravante che l’assenza di medici di medicina generale si inserisce in un contesto di già grande fragilità e in cui non c’è visione della medicina territoriale".

Parliamo di numeri: quanti professionisti ferraresi hanno concorso alla gara bandita da viale Aldo Moro?

"Partiamo dalla disponibilità. Complessivamente, la Regione ha bandito una gara per 1.434 medici di medicina generale. L’Ausl di Ferrara aveva fatto richiesta di 105 professionisti, ma di questi solo 36 hanno fatto il concorso. Da ultimo, però, ne hanno assunti solamente 13. Da destinare a tutto il territorio. Un numero che, come è evidente, risulta del tutto insoddisfacente per rispondere ai reali fabbisogni di questa provincia".

Come si spiega il fatto che il medico di medicina generale non sia più una figura appetibile?

"Perché la direzione che sta assumendo la Regione in ordine alla medicina generale è tutt’altro che appetibile. I professionisti di medicina generale non vogliono diventare dipendenti come invece vorrebbe viale Aldo Moro. I medici convenzionati, se dovessero diventare subordinati, rischierebbero di perdere la loro essenza di medico di famiglia che segue i pazienti e con i quali ha un rapporto personale. Aggiungo anche che sul contratto c’è molta ambiguità e, da ultimo, sottolineo l’assenza di investimenti nella medicina generale"

In che modo si dovrebbero estrinsecare questi investimenti?

"La mia visione, sotto questo profilo è molto chiara: il territorio ferrarese necessita di nuove medicine di gruppo. Le 23 attualmente presenti, a fronte di questi numeri, sono del tutto insufficienti. Ci sono intere aree, in particolare in provincia (il Basso ferrarese è in grande sofferenza) che rischiano di restare completamente sguarnite. In questo modo non si fa il bene dei cittadini. Poi, mi faccia dire l’ultima cosa".

Prego.

"Questa totale assenza di visione sulla sanità di prossimità colpirà in maniera più drastica le realtà periferiche, più lontane dal centro cittadino. La provincia. Anche per una ragione di tipo sociale".

A cosa fa riferimento?

"Il medico di medicina generale, o meglio il medico di famiglia, in alcuni contesti rappresenta un vero e proprio pilastro per una comunità. Un riferimento per tutti, che ha un valore sociale importante. Toglierlo, è un problema anche sotto questo profilo in particolare per la popolazione anziana".