Ferrara, l’allarme del preside di facoltà. "Mancano medici specialisti"

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Analisi

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Ferrara, 10 dicembre 2018 - "Una buona programmazione pubblica della sanità deve includere anche quella della formazione dei medici nelle scuole di specializzazione». Le parole sono del preside della facoltà di Medicina, farmacia e prevenzione di Unife, Melchiore Giganti. Il preside ha lanciato il suo appello al presidente della Regione Stefano Bonaccini, nel corso di un recente convegno che si è tenuto a Cona. In sanità, negli ultimi anni, scarseggiano sempre di più gli specialisti, sopratutto nella medicina dell’emergenza, in anestesiologia, radiologia e pediatria e per questo, nonostante gli sforzi dell’ateneo estense nell’aver creato delle nuove scuole di specializzazione, serve una maggiore attenzione al problema.

«La specializzazione medica, oggi, è ancora troppo in mano al ministero – sottolinea il preside – mentre abbiamo bisogno di una migliore gestione della formazione in campo sanitario potenziando, ad esempio, una realtà che esiste già come è l’Osservatorio regionale sulle scuole di specializzazione». Il preside ritiene che l’Emilia-Romagna dovrebbe avere, rispetto a quello di oggi, un margine di manovra maggiore nella programmazione del numero di specialisti che devono essere presenti nei vari territori, compreso quello ferrarese. La carenza di medici specializzati è stato una delle problematiche sollevate, circa un mese fa, anche dal direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria di Cona, Tiziano Carradori (sul Carlino del 14 novembre 2018). Oggi a Medicina sono attive 26 scuole di specializzazione e solo quattro sono in attesa di una certificazione di qualità definitiva data da Anvur, l’Agenzia nazionale delle valutazioni di sistema universitario e della ricerca. «C’è bisogno di organico e d’investimenti – sostiene Giganti – e per questo c’è la necessità che le Regioni abbiano facoltà di gestire anche la programmazione per avere un quadro uniforme delle esigenze dei territori. Per fare un esempio: con l’attuale sistema c’è sempre il rischio che ci sia un esubero di medici per una determinata specialistica a Parma e una carenza, invece, a Ferrara».

Una programmazione dei medici che si devono specializzare potrebbe generare anche un miglioramento al problema delle liste d’attesa che ci sono in questa provincia, sostiene Giganti: «I fattori che generano tale fenomeno sono diversi. Fra questi c’è sicuramente anche la questione retribuzione. Il privato è sempre più concorrenziale perché è in grado di offrire compensi sempre più interessanti per lo specialista. I tempi si possono ridurre anche lavorando meglio sulle modalità di accesso alle cure».