Terremoto Emilia Romagna 2012, il sindaco di Ferrara: “Fu l’irruzione dell’inferno”

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di Alan

Fabbri *

Mi fiondai in auto per raggiungere le abitazioni più vicine, cercare di capire impatto e danni. Ad un tratto fui raggiunto da una notizia terribile: allo stabilimento Ursa, poco lontano, c’era una vittima. Il crollo del capannone era stato letale per Tarik Naouch. Aveva 29 anni. Raggiunsi l’azienda: volontari e colleghi stavano estraendo il corpo. È stato come l’irrompere dell’inferno nella tranquillità della notte. La nostra terra, la terra emiliana, abituata a dare senza chiedere, si trovava, all’improvviso, bisognosa di ogni aiuto. E ha saputo chiedere, con umiltà, dignità e sempre rimboccandosi le maniche. Operai impegnati nel delocalizzare le produzioni in strutture provvisorie costruite in tempi record al di fuori delle fabbriche, aziende, anche concorrenti, che solidarizzavano tra loro, una risposta della protezione civile e di tutti i volontari straordinaria, privati che, a poche ore dalle scosse, già erano al lavoro per non fermarsi: questa è l’Emilia e le siamo grati. A testa alta di fronte al dramma, anche quando certa stampa nazionale sembrava quasi disinteressarsi del problema e certa politica centrale pareva soprassedere sul devastante impatto delle scosse, per le vite umane perse, per i danni a territori che esprimono punti di Pil nazionale. Ma l’Emilia ha saputo essere più forte di tutto, anche del terremoto. Questo spirito è diventato un esempio per il Paese. I dati di Ferrara dicono che nel 92% dei casi i lavori di ricostruzione, per la parte privata, sono stati terminati. Certo, rimangono ferite aperte, ovunque. E a quelle le istituzioni, tutte, devono continuare a guardare, non releghiamo quel 20-29 maggio 2012 al passato. Questi dieci anni hanno trascinato con sé altre emergenze - alluvioni, Covid, crisi Ucraina - e ci dicono che, soprattutto in momenti come questo, è fondamentale essere uniti. La forza la fanno gli enti locali, sapientemente coinvolti nella ricostruzione post-sisma d’Emilia, e ringrazio Vasco Errani per aver dato seguito a questa felice intuizione. Giuseppe Zamberletti, grande padre della moderna protezione civile e commissario straordinario dopo il terremoto del Friuli nel 1976 lo aveva detto: "È fondamentale affidare ai Comuni la regìa della ricostruzione, fornendo strumenti e supporti speciali, poi serve un ruolo di coordinamento della Regione". Avanti, l’Emilia, oggi più che mai, è esempio per il Paese.

* sindaco di Ferrara