«Davide contro Golia». Michetti vince il braccio di ferro con Unicredit

Avventura giudiziaria a lieto fine per l’imprenditore edile e capogruppo in consiglio comunale (L’Onda) il quale si è opposto all’istanza di fallimento avanzata dalla banca e il tribunale gli ha dato ragione

L’imprenditore e consigliere Davide Michetti

L’imprenditore e consigliere Davide Michetti

Comacchio, 14 febbraio 2016 – Avventura giudiziaria a lieto fine per la società di costruzioni Michetti e Guerra, che ha intrapreso con banca Unicredit una battaglia conclusasi in modo favorevole per l’azienda comacchiese.

Sia il Tribunale di Ferrara che la Corte d’Appello di Bologna hanno rigettato l’istanza di fallimento presentata dall’istituto bancario nei confronti dell’impresa di costruzioni.

«È una brutta storia, ma voglio raccontarla perché altri imprenditori in condizioni analoghe alle nostre rinuncino ad aver paura e vadano fino in fondo nel far valere le proprie ragioni.

Alle volte anche Davide può farcela contro Golia», dice Davide Michetti socio al 50% dell’azienda e capogruppo dell’Onda in consiglio comunale. «Tutto comincia nel giugno 2014 in seguito a un controllo dettagliato dei rapporti bancari su affidamenti e conto corrente – spiega – i nostri consulenti si sono accorti che qualcosa non tornava così abbiamo chiesto al giudice di verificare l’operato della banca. In momenti di crisi come quelli attuali si fa attenzione anche al centesimo».

La decisione di rivolgersi al tribunale, racconta, è maturata in seguito all’irrigidirsi dell’istituto di credito.

«Abbiamo cercato una soluzione condivisa, l’idea era quella di fare i conti insieme per chiarire la faccenda e venirsi incontro – racconta – per tutta risposta ci è stato chiesto il rientro immediato dei fidi».

Un brutto colpo per la società che, come altre realtà dell’edilizia, ha movimentato in passato cifre a più zeri, creato occupazione e pagato interessi bancari senza alcun problema.

«Unicredit si è costituita in giudizio nel novembre del ‘14 e contestualmente ha richiesto il saldo del conto corrente – dice – inoltre nel maggio 2015 ha segnalato forti sofferenze della nostra società sostenendone lo stato d’insolvenza, che però il tribunale di Ferrara non ha ravvisato tanto da rigettare la richiesta di fallimento e da condannare Unicredit al pagamento delle spese legali». La Banca, con un reclamo, è ricorsa alla corte di Bologna: stesso risultato.

«Quando il nostro legale ha contestato a Unicredit di averci iscritto a sofferenza – continua – per tutta risposta, l’istituto ha insistito nel rimarcare la correttezza della propria segnalazione e ha domandato al tribunale di emettere contro di noi un’ordinanza esecutiva di pagamento, anche questa rigettata». La guerra continua.

«La causa andrà avanti per verificare i conti com’è doveroso fare e come avevamo richiesto prima di ricorrere al tribunale. Puntavamo a una trattativa che ci è stata negata mentre oggi la si cerca – dice Simone Sgarzi, legale della società – revocare i fidi di colpo, spingere per un fallimento è una cosa davvero pesante verso un’azienda e chi ci lavora».