Migranti Ferrara, Fabbri. "Ai rifugiati i fondi per i disabili"

Il segretario della Lega: "Tra i beneficiari delle risorse per l’avviamento al lavoro sono stati inseriti anche i richiedenti asilo"

Alan Fabbri

Alan Fabbri

Ferrara, 30 gennaio 2019 - «Ci risiamo: invece di pensare agli italiani in difficoltà, le amministrazioni Pd preferiscono pensare ai sedicenti profughi. E questa volta ad essere danneggiati sono addirittura i disabili: a Ferrara quasi la metà dei tirocini formativi dedicati ai portatori di handicap e alle persone in difficoltà sono stati assegnati ai richiedenti asilo. L’ennesima discriminazione al contrario, che solo con la Lega alla guida delle istituzioni potrà finalmente interrompersi».

Il segretario del Carroccio Alan Fabbri commenta i dati forniti dalla Regione, relativamente al numero di persone prese in carico dai servizi sociali e sanitari (Comuni, Aziende Sanitarie, Aziende Servizi alla Persona) che hanno usufruito di tirocini di tipologia C nel corso del 2018.

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«Parliamo di percorsi di formazione o inserimento al lavoro dedicati a persone con disabilità o condizione di svantaggio – spiega il capogruppo –, a cui tuttavia sono sono stati aggiunti come possibili utenti anche i richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale». Il risultato, entrando nel dettaglio, per Fabbri «è sotto gli occhi di tutti: a livello regionale su 3631 tirocini assegnati, ben 1758 sono andati ai richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale; significa che il 48,4% delle risorse regionali riservate all’inserimento al lavoro di questo genere per le fasce deboli sono state utilizzate per profughi o sedicenti tali».

Per quanto riguarda specificamente Ferrara, «la situazione è molto simile: su 365 percorsi avviati, 169 sono stati dedicati agli immigrati sbarcati sulle nostre coste, mentre soltanto 140 sono andati ai disabili – incalza il leghista –, e questo nonostante la grave emergenza lavorativa che, da anni, riguarda i portatori di handicap, a livello nazionale, da sempre discriminati in ambito lavorativo nonostante le leggi che li dovrebbero tutelare».

Secondo Fabbri, «la cosa assurda è che in questo modo si continua a favorire i percorsi di avviamento al lavoro di persone che, il più delle volte, non hanno nemmeno ottenuto lo status di rifugiato e che sono in Italia solo temporaneamente – argomenta il capogruppo –, consumando risorse che dovrebbero essere invece dedicate a residenti e giovani disabili che avrebbero un vero bisogno di un sostegno per avviare un percorso di vita e indipendenza».

Consderato infine il fatto che «si parla di tirocini che prevedono un sia pur minimo rimborso spese e che dunque potrebbero contribuire anche se in minima parte al percorso di autonomia a cui aspirano tanti portatori di handicap – conclude Fabbri – e che i richiedenti asilo in Emilia Romagna sono circa 11000 e che a Ferrara risultano essere meno di 1000, la sproporzione delle risorse assegnate a questa categoria è ancor più evidente, con grave danno e beffa degli italiani e in questo caso anche dei ferraresi».