FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Migranti e giustizia. Permessi di soggiornocon dichiarazioni false. In tredici a processo

Rinvio a giudizio per tutti gli imputati, tra cui tre consulenti fiscali. L’accusa: "Producevano denunce dei redditi fasulle dietro compenso". Ma la prescrizione ‘alleggerisce’ le contestazioni. In aula a novembre.

Migranti e giustizia. Permessi di soggiornocon dichiarazioni false. In tredici a processo
Migranti e giustizia. Permessi di soggiornocon dichiarazioni false. In tredici a processo

di Federico Malavasi

Tutti a processo, ma con capi di imputazione ‘alleggeriti’ dalla prescrizione. Sono tredici gli imputati che a novembre compariranno davanti al giudice per rispondere di un presunto giro di false dichiarazioni dei redditi per ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. Sotto accusa ci sono tre commercialisti e dieci stranieri che avrebbero usufruito del ‘servizio’. L’inchiesta che ha portato al procedimento penale ha radici profonde. I fatti contestati si sarebbero verificati principalmente tra il 2015 e il 2019 anche se alcuni risalirebbero addirittura al 2012.

A sollevare il velo sul presunto traffico illecito è stata la guardia di finanza. A dare il via alle indagini fu una segnalazione della questura alle fiamme gialle, che si misero al lavoro stringendo il cerchio su una sessantina di persone, tra cui quattro consulenti fiscali. I reati ipotizzati a vario titolo sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falso e induzione in errore di pubblico ufficiale. Concluse le indagini preliminari, la maxi inchiesta si è spezzata in diversi tronconi, uno dei quali è approdato ieri mattina in udienza preliminare, mentre un altro – già in fase dibattimentale – giungerà in aula il 21 settembre.

Davanti al gup Carlo Negri sono comparsi tredici imputati (tre professionisti e dieci migranti) per la discussione dell’udienza preliminare. Il giudice ha concluso con il rinvio a giudizio di tutti quanti. Per due professionisti il processo si aprirà però con un carico di contestazioni meno gravoso. Sono stati infatti prosciolti da otto capi di imputazioni grazie all’intervento della prescrizione. Gli imputati compariranno dunque il 13 novembre davanti al giudice Alessandra Martinelli per l’inizio del dibattimento.

Secondo l’impianto accusatorio, i consulenti avrebbero realizzato dietro compenso false dichiarazioni dei redditi per ottenere il rilascio o il rinnovo dei documenti di soggiorno. A dare il via alle indagini, come anticipato, sono state alcune segnalazioni di natura amministrativa arrivate alla caserma di via Palestro dall’Ufficio immigrazione della questura e riguardanti numerose domande di rinnovo dei documenti da parte di stranieri residenti nel Ferrarese. L’esame della documentazione fiscale redatta per il rilascio dei permessi ha subito fatto ‘drizzare le antenne’ agli investigatori. In molti casi, infatti, sarebbero emerse delle anomalie sulle quali si è concentrata l’attenzione dei finanzieri.

In particolare, secondo quanto ricostruito dai militari, a fine anno i consulenti avrebbero inserito nelle dichiarazioni al fisco dati inventati (dal fatturato alle spese), riferiti a una contabilità ritenuta inesistente. Con tale stratagemma, i professionisti avrebbero quindi dimostrato che i propri assistiti avevano il reddito sufficiente per avviare le pratiche per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno. E, in particolar modo, di quello di lungo periodo, molto più ambito perché consente di spostarsi liberamente e di ottenere il ricongiungimento familiare.