Migranti, intercettazioni fuori uso In aula chieste due assoluzioni

Nell’inchiesta sulla gestione dell’accoglienza in cinque centri si ’sfilano’ i funzionari di Asp e prefettura. In udienza la procura ha ribadito la richiesta di processo per i vertici della cooperativa ’Vivere qui’

Migranti, intercettazioni fuori uso  In aula chieste due assoluzioni

Migranti, intercettazioni fuori uso In aula chieste due assoluzioni

di Cristina Rufini

FERRARA

Accoglienza dei migranti: le intercettazioni raccolte dalla Guardia di finanza sul funzionario della prefettura Vincenzo Martorano e sulla dipendente dell’Asp Valentina Marzola non possono essere utilizzate. Lo ha deciso ieri il giudice dell’udienza preliminare Sandra Lepore, accogliendo l’eccezione che era stata sollevata dall’avvocato Fabio Anselmo che assiste Martorano. Conversazioni inutilizzabili per perseguire il reato contestato a lui e Marzola di abuso d’ufficio, perché carpite nell’ambito di un altro reato contestato ai tre veritici della cooperativa Vivere Qui, che materialmente si occupavano di accogliere i migranti. Alla luce di questo, ieri, il pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Andrea Maggioni, ha chiesto l’assoluzione per entrambi, mentre il giudice si è riservata di decidere alla prossima udienza, il 21 marzo. Altro percorso invece per quanto riguarda i vertici di Vivere qui, acusati di truffa: il presidente della cooperativa Thomas Antogni, la sua vice Natalie Djoum e l’amministratrice di fatto della stessa cooperativa, Eva Lombardelli. Per loro, il pm ieri ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio e anche su questa istanza, il giudice Lepore scioglierà la riserva nell’udienza del 21 marzo.

Le indagini della Guardia di finanza, coordinate dal pm Maggioni risalgono al 2018, quando iniziarono gli accertamenti sulla cooperativa che gestiva all’epoca cinque centri di accoglienza tra Poggio Renatico e Vigarano e su come venivano utilizzati i soldi destinati alla cooperativa per gestire i migranti. Inchiesta che ha poi portato alla scoperta, sempre secondo le accuse della procura, di un uso non consono di una cifra attorno a 407mila euro, tra il 2015 e il 2018: 52mila per acquisti ritenuti dagli inquirenti estranei al progetto di accoglienza e 354mila di prelievi in contanti non impiegati correttamente, tra spese non destinate specificatamente all’accoglienza e viggi da parte dei vertici di ’Vivere qui’. Mentre questa inchiesta è pienamente entrata nel vivo del procedimento giudiziario, c’è un’altra indagine bis su cooperative e altre strutture che a vario titolo, in provincia, hanno gestito l’accoglienza di migranti e stranieri in generale e che a breve dovrebbe giungere a conclusione. A coordinare le indagini anche in questa nuova inchiesta è il pubblico ministero Andrea Maggioni.