Limiti ai minimarket, Ferrara anticipa il Governo. "Ma qui poche violazioni"

Decreto sicurezza, il punto con l’assessore Modonesi: "In centro multe per sforamento degli orari"

Alcol venduti nei mini market

Alcol venduti nei mini market

Ferrara, 14 ottobre 2018 - Chiudere tutti i market etnici alle 21. Sembra una notizia già scritta e, in parte, per Ferrara è così. L’idea – attuabile a livello nazionale – arriva direttamente dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: una proposta che però, come detto, nella nostra città è già applicata da tempo. «Come Comune abbiamo sostanzialmente anticipato questa idea di un anno e mezzo – spiega l’assessore alla sicurezza Aldo Modonesi –, anche grazie al cambiamento del regolamento di polizia urbana: prima era solo un’ordinanza contingibile urgente, ma alla lunga non era più possibile lasciarla tale in quanto era difficile giustificare un’urgenza così ampia nel tempo». L’amministratore, insomma, esulta. Ma con toni pacati. «Prendo atto dell’idea di Salvini» si limita a commentare, lasciando alle prossime settimane eventuali delucidazioni più approfondite. La verità, ad ogni modo, è che Ferrara è arrivata prima di tante altre realtà nazionali.

«E poi qualcuno dice che in tema di sicurezza arriviamo sempre in ritardo» punge, sarcasticamente, Modonesi, che poi anticipa eventuali polemiche: «Non è che in questa città una misura del genere è già in vigore da un anno e mezzo perché la situazione è peggiore che in altri luoghi. Posso garantire che sono diversi i Comuni in tutta Italia in cui ci sono norme del genere: a volte capita semplicemente che gli enti territoriali si muovano più velocemente del governo centrale». Ma, concretamente, com’è la situazione in città? Tra agosto e settembre, il Comune ha imposto riduzioni di orario a ben cinque attività commerciali, di cui una in centro storico e quattro nei quartieri periferici. Ed ecco, dunque, il nocciolo della questione: Gad e piazza sono due mondi quasi opposti.

Rasel Bepari al lavoro nel suo negozio, ‘Taj Alimentari’ di via Bologna
Rasel Bepari al lavoro nel suo negozio, ‘Taj Alimentari’ di via Bologna

«Nel quartiere Giardino – prosegue l’assessore – è in vigore l’obbligo di chiusura di questi negozi etnici dalle 21 alle 6 e, devo ammettere, questa regola è molto rispettata. Anche gli stessi esercenti capiscono che è meglio non tenere aperto la sera, quando magari possono essere frequentati da personaggi difficili da gestire. In centro, invece, i problemi sono di natura diversa: lì abbiamo sanzionato attività per vendita di alcol al di fuori dell’orario consentito o per somministrazione a minori». Il tutto, però, senza alcuna accusa di discriminazione. Critica che alcune associazioni hanno già mosso a Salvini. Ma tutto ciò basta? A Ferrara, in piena zona Gad, forse no. E così, il Comune sta correndo ai ripari: «Vogliamo riqualificare il tessuto sociale e commerciale del quartiere – conclude Modonesi –, con dei contributi destinati ai negozianti. Stiamo valutando anche la possibilità di aprire presidi fissi, di modo tale che quella zona possa cambiare volto». Insomma, Ferrara in tema di sicurezza corre veloce. Più veloce, in questo caso, del Governo.