"Mio padre vittima di Igor, attendo giustizia"

Nell’anniversario dell’assassinio della guardia ecologica Valerio Verri, la figlia Francesca: "Non doveva essere lì, mandato allo sbaraglio"

"Mio padre vittima di Igor, attendo giustizia"

"Mio padre vittima di Igor, attendo giustizia"

È la sera dell’8 aprile 2017, la guardia ecologica Valerio Verri e l’agente della provinciale Marco Ravaglia stanno effettuando un servizio di antibracconaggio. Si spengono piano piano le ultime luci della giornata e i due si apprestano a un giro di controllo prima di rientrare a casa. Sono in via Spina, nel Mezzano, una strada di campagna tra Consandolo e Molinella nel Bolognese. Sul Fiorino che incrociano c’è una faccia mai vista, forse un pescatore di frodo. Invertono la direzione di marcia e gli vanno dietro. Pochi attimi, perché il mezzo si ferma in uno spiazzo. Verri resta in auto, mentre Ravaglia si dirige verso il fantomatico pescatore di frodo (in realtà il killer Norbert Feher o Igor il russo), che sta scendendo dal furgoncino. E qui accade l’irreparabile: il killer spara verso Ravaglia che cade a terra e si finge morto. Poi punta il revolver su Verri e lo uccide. Feher riparte con lo stesso Fiorino e sparisce nel nulla.

Da quella sera parte la caccia al killer che terrà in apprensione per mesi la Bassa Bolognese e Ferrarese fino al 15 dicembre successivo. Fino al suo arresto a migliaia di chilometri di distanza, in Spagna. Una storia che sembra chiusa, ma, in realtà per chi resta, le famiglie delle vittime, la ferita resta sempre aperta, non si rimargina. Neanche per gli amici, nel caso di Valerio Verri. Come ogni anno, in occasione dell’8 aprile, i suoi colleghi del servizio vigilanza ambientale di Legambiente, nucleo provinciale Ferrara, lo ricordano: "’Eroe ambientale’ così Verri è stato chiamato dall’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa nell’elargire la Benemerenza d’Oro alla memoria, il giorno 7 ottobre 2022, quando ha annunciato il massimo riconoscimento ambientale della Repubblica". E aggiungono: "Per Verri era importante difendere l’Ambiente e la natura. La sua memoria ci fa capire quanto dobbiamo impegnarci noi per seguire le sue orme, per farne un esempio non solo a tutti i volontari, ma anche alle nuove generazioni che devono preservare la Terra. Sempre di più eroi come Valerio Verri fanno la differenza in un Mondo in cui cambiamenti climatici, disastri ambientali, perdita di biodiversità sono all’ordine del giorno".

La figlia Francesca Verri ringrazia i volontari: "Mio padre era una brava persona e aveva tanti amici. Lo ricordano ancora oggi e per la nostra famiglia questo è un motivo di soddisfazione". E poi accenna alla battaglia legale che lei e il fratello Emanuele stanno portando avanti contro la Provincia: "Vogliamo ottenere giustizia: devono essere riconosciute le responsabilità. Ci devono spiegare perché la zona rossa non fu predisposta per tempo e perché un volontario come nostra padre, disarmato e senza alcuna preparazione in quel campo, fosse impiegato in servizi in una zona dove era presente un killer. Vogliamo la verità e che si delineino le responsabilità. Nostro padre ci manca, un’assenza che non si può colmare".

Matteo Radogna