Molestata al parcheggio Telecamera lo inchioda

Due anni e otto mesi di reclusione all’uomo che l’aveva palpeggiata. Vano il tentativo di salvarsi raccontando al giudice che era suo fratello gemello

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di Cristina Rufini

Non è stato sufficiente indicare l’esistenza di un fratello gemello che vive nelle sue stesse zone, per instillare il dubbio che possa essere stato lui il molestatore del parcheggio. Una somiglianza che non ha convinto il giudice a escludere la sua responsabilità. E’ così ieri un quarantenne che vive in un comune della provincia di Ferrara è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione al termine della discussione, anche alla luce dei nuovi approfondimenti d’indagine, con rito abbreviato. Una condanna che arriva a più di due anni e mezzo dall’episodio, che è stata firmata dal giudice dell’udienza preliminare Vartan Giacomelli. Il quarantenne era accusato di avere molestato, palpeggiandola, una donna, anche lei sulla quarantina, mentre stava andando a prendere la sua auto in un parcheggio. Il legale dell’imputato, l’avvocato Valentina Bordonaro, nel corso della discussione durante la precedente udienza preliminare, aveva spiegato che il suo assistito ha un fratello gemello, praticamente identico, che vive più o meno nella stessa zona. Cercando così di far sorgere il dubbio che l’imputato, finito sotto inchiesta a seguito di un riconoscimento fotografico e individuato in alcuni fotogrammi di un video, potesse non essere lui l’uomo immortalato nel parcheggio durante le molestie. Un’eccezione che aveva spinto il giudice Giacomelli a disporre ulteriori approfondimenti. Altri rilievi sullo stato dei luoghi dove sarebbe avvenuta la presunta violenza e sulle modalità con cui il comandante dei carabinieri del comune dove si è consumato l’episodio, ha identificato l’imputato attraverso le videoriprese del parcheggio teatro degli abusi. Ieri, nonostante i nuovi approfondimenti, il gup Giacomelli ha condannato il quarantenne a due anni e otto mesi di reclusione. L’uomo è quindi stato ritenuto responsabile dell’aggressione consumatasi una sera di ottobre del 2020, di avere cioè palpeggiato la donna inseguita in un parcheggio e poi raggiunta quando stava per salire in auto. Lui l’ha bloccata un attimo prima, spinta addosso alla vettura e ha cominciato a palpeggiarla ripetutamente nelle parti intime, cercando un rapporto sessuale che non si è consumato probabilmente per l’arrivo di altre persone che l’hanno distratto, permettendo così alla donna di divincolarsi dalla stretta e fuggire. E’ seguita la denuncia ai carabinieri e l’inizio degli accertamenti che hanno portato all’individuazione dell’imputato grazie a una descrizione fisica, a un riconoscimento fotografico e ad alcuni frame delle immagini di una telecamera di videosorveglianza che hanno ripreso in parte l’aggressione.