Morì in piscina, la tragedia approda in aula

Annegato a quattro anni, il titolare verso il patteggiamento mentre la mamma non ha chiesto riti alternativi. L’assicurazione ha risarcito

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di Federico Malavasi

Il titolare dell’agriturismo Ca’ Laura ha scelto di patteggiare la pena mentre la mamma del piccolo Maxsimiliano Grandi, il bimbo di quattro anni annegato nel luglio del 2020 nella piscina della struttura, non ha chiesto riti alternativi. Al netto di cambi di programma da parte della donna, le strade dei due imputati per la tragedia di Bosco Mesola sembrano dunque destinate a dividersi. L’udienza preliminare per i fatti di Ca’ Laura si è aperta ieri mattina davanti al gup Carlo Negri e al pubblico ministero Stefano Longhi. A rispondere della morte del bambino sono chiamati Veronica Romanelli, 45enne madre di Maxsimiliano, e Gabriele Mantovani, 69enne titolare dell’agriturismo. L’udienza si è aperta prendendo atto del risarcimento del danno alle persone offese (il papà e la nonna del bimbo, assistiti dall’avvocato Gian Luigi Pieraccini, altri tre familiari della vittima, avvocato Patrizia Micai, e la stessa mamma che in questo procedimento è sia imputata che persona offesa). Alla luce di questo sviluppo – per il quale era presente in aula il legale della compagnia di assicurazioni – il giudice ha disposto un rinvio al 19 ottobre, al fine di verificare che le transazioni risarcitorie siano effettivamente andate a buon fine.

Per quanto riguarda la posizione di Mantovani, come anticipato, è stato proposto un patteggiamento. "La normativa regionale – spiega il suo legale, l’avvocato Mirca Ferrari – non è chiara e trasparente in materia di piscine e della loro classificazione. Riteniamo che ci sia un notevole buco normativo. Tanto più che, in vent’anni di attività, il mio assistito ha avuto tanti controlli ma mai una sanzione". La madre del piccolo, invece, al momento non ha fatto richiesta di riti alternativi. Tutto fa pensare che voglia discutere l’udienza preliminare, ‘giocandosi’ quindi il proscioglimento o il rinvio a giudizio. Ma è presto per saltare a conclusioni. Il gup ha infatti disposto un rinvio lungo e non è detto che Romanelli (difesa dall’avvocato Gianni Ricciuti) non decida nel frattempo di intraprendere una strada diversa. Intanto, le parti si sono limitate a prendere atto del risarcimento che a breve dovrebbe concretizzarsi con l’accredito delle somme a ognuna delle persone offese. "I miei clienti – ha commentato l’avvocato Pieraccini, difensore del papà e della nonna di Maxsimiliano – accettano i risarcimenti proposti dalle assicurazioni, pur di chiudere questa vicenda. Un piccolo ristoro economico che non restituirà il bambino ma di cui prendiamo atto con pacatezza e senza animus lucrativo. Ringraziamo il pm per come ha condotto le indagini e per la celerità con cui le ha chiuse". Il caso tornerà quindi in aula a ottobre per la definizione del patteggiamento e, salvo cambi in corso d’opera, per la discussione della posizione della mamma.