Morì sul lavoro, il giudice ordina nuove indagini

Accolta l’opposizione alla richiesta di archiviazione proposta dai familiari dell’operaio precipitato da otto metri alla Fox Bompani

Migration

Caso riaperto e nuove indagini sulla morte di Roberto Chiappara, il 36enne palermitano deceduto due giorni dopo un infortunio sul lavoro avvenuto l’11 settembre 2017 alla Fox Bompani di Ostellato. L’operaio, da poco assunto dalla Ser srl di Verona, subappaltatrice dei lavori, per la rimozione di amianto dal tetto del capannone dell’azienda e relativa riparazione, precipitò dal tetto mentre lavorava. La caduta, da un’altezza di otto metri, fu provocata dal cedimento della copertura, in molti punti non portante. Il legale rappresentante e il capocantiere e preposto della Ser furono indagati per omicidio colposo, aggravato dalla violazione della normativa antinfortunistica del lavoro. La procura aprì un inchiesta, che si è conclusa con l’archiviazione disposta dal gip. Secondo tale ricostruzione, la vittima si sarebbe avventurata in un tratto della copertura non idoneo a sostenere il peso di un uomo, omettendo di agganciarsi alle linee vita. Nessuna responsabilità fu quindi rilevata per le diverse figure professionali facenti capo alle tre società coinvolte nei lavori. A fronte di tale decisione, i familiari del 36enne, si sono rivolti all’avvocato Claudio Maruzzi affinchè, attraverso investigazioni difensive, verificasse i presupposti per richiedere la riapertura delle indagini nei confronti delle persone archiviate e nuove indagini nei confronti di altri soggetti, fino a quel momento raggiunti solo da contestazioni amministrative. Il legale ha incaricato l’ingegner Stefano Bergagnin di svolgere una consulenza tecnica atta a verificare i contorni della tragedia.

Il responso del consulente, spiega Maruzzi, ha riscontrato "plurime carenze nelle indagini e numerose violazioni". La procura ha quindi avviato una nuova indagine, ad esito della quale ha chiesto nuovamente l’archiviazione. Il giudice ha però respinto la richiesta e, in accoglimento dell’opposizione depositata da Maruzzi, ha recepito le richieste di approfondimento di indagine, consistenti nell’acquisizione di documentazione, assunzione di testimonianze e consulenza tecnica per accertare le dinamiche dell’infortunio mortale. I familiari del ragazzo, anche con l’assistenza degli avvocati Barbara Dicuzzo e Lea Palisi, pur nella consapevolezza che nessuno potrà far loro riabbracciare il loro caro, coltivano "ogni possibile iniziativa per ottenere giustizia".