Ferrara, dimessa dall'ospedale poi muore: "La verità su mia moglie"

Il marito la trova senza vita poche ore dopo nel letto. Aperta un’inchiesta

Una sala operatoria (foto d’archivio)

Una sala operatoria (foto d’archivio)

Ferrara, 16 settembre 2018 - E’ un dolore senza speranza di guarigione quello di Idris Ugatti, pensionato rimasto vedovo nelle prime ore dell’11 settembre. La moglie, Anna Peverati, 66 anni, è scomparsa in modo inaspettato, poche ore dopo essere stata dimessa dal Pronto Soccorso del Sant’Anna. Se n’è andata senza un lamento, nel suo letto, dove al risveglio il marito l’ha trovata esanime. Un decesso sulle cui cause la Procura ha deciso di vederci chiaro. Il funerale, già fissato, è stato rinviato, bisognerà aspettare l’autopsia richiesta lo stesso giorno in cui Idris Ugatti ha depositato in via Mentessi un esposto, un grido d’aiuto per capire attraverso gli accertamenti sul corpo della moglie se vi siano eventuali responsabilità.

I fatti: nel tardo pomeriggio del 10 settembre la coppia si è presentata al Pronto Soccorso, da due settimane la signora Peverati accusava una diminuzione dell’appetito e vomito. E’ stata ricoverata con codice giallo intorno alle 17.30 e sottoposta ad alcuni esami di laboratorio e radiologici per poi essere dimessa verso le 10 e mezza di sera con una diagnosi di sindrome dispeptica, l’invito a rivolgersi al medico curante e la prescrizione di assumere un antiematico ogni otto ore. La mattina la tragica sopresa: Anna Maria Pevarati se n’era andata. Un arresto cardiocircolatorio conseguenza di un’astenia presentatasi in abbinamento con il morbo Parkinson, scrive il medico curante nella scheda di morte.

In breve: cause naturali, versione confermata anche dal certificato necroscopico rilasciato dal Dipartimento di Sanità pubblica. Ma Anna Maria, precisa il marito, non ha mai sofferto del morbo di Parkinson. Perché è morta? Perché il suo medico della mutua ha scritto una cosa del genere e, soprattutto, i sanitari che l’hanno visitata al Sant’Anna hanno fatto tutto il possibile per salvarla? «La famiglia si è rivolta a noi per essere sostenuta in un momento tanto difficile – dice Aldo Ferrante portavoce del Comitato Vittime della Pubblica Amministrazione – ci stiamo adoperando per nominare un perito di parte per l’autopsia«. E ancora. «Gli accertamenti del caso appaiono indispensabili per escludere eventuale imperizia, imprudenza e negligenza nei soccorsi prestati alla povera signora - continua - in buona sostanza si vuole capire come mai una donna, il cui quadro clinico non risultava particolarmente compromesso, si sia spenta nell’arco di una notte dopo aver passato cinque ore in ospedale. Qualcosa è stato preso sottogamba?».