Ferrara, 9 settembre 2023 – Il suo sogno era diventare un grande violoncellista. Amava questo strumento musicale Jeff Agbegie, nigeriano di 14 anni. Adorava utilizzare l’archetto e pizzicare le corde. E la sua breve vita ha toccato le corde più profonde dell’anima di quanti lo hanno conosciuto. I suoi amici, i suoi insegnanti. Sabato scorso Jeff era andato a fare una gita all’isola dei Gabbiani, nel rodigino, insieme ai componenti di una comunità di Lendinara. Ma quando si è trattato di rientrare, intorno alle 19.30, di Jeff nessuna traccia. Da lì sono iniziate le ricerche terminate tragicamente dopo neanche due giorni, in provincia di Ferrara: il suo corpo senza vita è stato notato da un turista in acqua, vicino al faro di Goro. Non sappiamo che cosa sia accaduto prima della sua morte. C’è un’inchiesta aperta e toccherà ai magistrati ricostruire il puzzle di quel dannato pomeriggio. Ma la sua morte ha sconvolto chi lo ha accompagnato lungo la sua breve vita.
“Jeff non era solo un nigeriano che viveva a Rovigo. Jeff Agbegie, o Obdigie, era nato nel 2009 all’ospedale di Rovigo da genitori nigeriani, ha frequentato il nido, la scuola materna, primaria e media nei quartieri di Commenda, Tassina e San Bortolo. A 5 anni ha perso la mamma – racconta Irene Lissandrin – per un male che non le ha lasciato scampo. Lui ha cercato di sopravvivere alla sua mancanza in una situazione familiare complicata". A soli cinque anni ha dovuto imparare a camminare senza la sua mamma. Non è rimasto solo, la comunità rodigina lo ha abbracciato, protetto, per quanto è possibile proteggere un bambino che rimane senza la sua mamma quando ancora non è ancora in grado di cavarsela da solo. "Rovigo c’è stata, si è dimostrata una comunità: gli insegnanti delle scuole che ha frequentato, i vicini di casa, alcune famiglie della città hanno supportato lui, il suo fratellino e il padre verso un equilibrio di vita – prosegue Lissandrin – che gli consentisse di crescere come gli altri bambini di Rovigo".
Poi la scoperta della sua passione, il violoncello, che è esplosa alle scuole medie. Assecondata dagli insegnanti cui non era sfuggito il suo talento. "Prof, io da grande voglio fare il violoncellista", confidò Jeff al suo insegnante Nazzareno Balduin che lo ricorda come "un ragazzo molto educato e rispettoso con una spiccata sensibilità e curiosità musicale". Con la scuola aveva ottenuto anche riconoscimenti importanti per un ragazzino che nella vita non ha mai vinto nulla. Facendo parte dell’ottetto d’archi della Casalini si era aggiudicato nel 2022 il primo premio assoluto, sezione ensemble, al concorso nazionale ‘Scuole in musica’ di Verona. Una medaglia al collo e un attestato di primo posto ottenuto studiando e suonando assieme a compagni ed insegnanti, un punteggio da capogiro: 100/100, una giornata indimenticabile per la felicità dilagante, inaspettata e condivisa. Con la gioia che aveva riempito i suoi occhioni neri e curiosi. Lo stesso anno l’ensemble d’archi delle Casalini, di cui Jeff era il violoncellista, vince anche il Concorso nazionale Musicale ’Insieme per Suonare, cantare, danzare’ di Omegna in Piemonte. "Era un ragazzo buono e generoso, amato da tutti, non si applicava nelle materie di scuola, ma nel violoncello metteva tutto se stesso e otteneva i suoi risultati", lo ricorda Fabio Cusin, suo preside alle Casalini. Qualcosa deve essersi poi incrinato di nuovo nella vita del quattordicenne. "Pensavamo tutti di avercela fatta, di essere riusciti nell’intento di aiutare una famiglia a risollevarsi dopo un duro colpo" racconta la mamma di una compagna di scuola di Jeff. Oggi quegli occhioni si sono chiusi per sempre e sta alla magistratura capire perché, che cosa è accaduto quel maledetto sabato pomeriggio. "Abbiamo provato a proteggerlo, non ci siamo riusciti. Rimane il suo sguardo penetrante, profondi occhi scuri che forse chiedevano aiuto ancora una volta. Scusaci Jeff, non abbiamo capito che avevi ancora bisogno".