Morto a 21 anni, il pm ora dispone l’autopsia

L’esame sul corpo di Leonardo Riberti volato giù da una finestra dell’ospedale Maggiore sarà eseguito lunedì. I dubbi dei genitori

Migration

di Cristina Rufini

Servono approfondimenti. Importanti. La morte di Leonardo Riberti, a soli 21 anni, non può essere archiviata senza prima aver compiuto tutti gli accertamenti possibili per capire che cosa sia accaduto nella notte tra il 20 e il 21 giugno scorsi, in una stanza dell’ospedale Maggiore di Bologna. E così, con un cambio di direzione importante, il pubblico ministero che sta coordinando l’inchiesta aperta dopo l’esposto del padre di Leonardo, l’avvocato ferrarese Davide Riberti, ha disposto per lunedì prossimo l’autopsia. Esame che in precedenza non era stato ritenuto necessario. Possono avere avuto un ’peso’ in questa decisione anche le conclusioni cui è giunto il consulente medico legale nominato dall’avvocato Fabio Anselmo, che assiste il padre della vittima. Un parere che il professor Mariano Cingolani ha redatto sulla base di una documentazione fotografica che gli è stata inviata, ma che non è stata assolutamente ritenuta esaustiva per comprendere le cause che hanno portato al decesso di Leonardo, dopo la caduta da una finestra dell’ospedale Maggiore.

Il documento. "La documentazione fotografica esaminata non consente in maniera agevole – sottolinea il professor Cingolani – di identificare la causa della morte. Non permette inoltre di verificare se la sede attinta sia stata il capo ovvero il tronco". Un passaggio fondamentale del parere che il consulente di parte civile mette in luce, che fa da prologo a un altro passaggio fondamentale "Ciò non consente di dire nulla circa la dinamica della caduta – aggiunge Cingolani – in particolare sull’altezza del piano di caduta, sull’eventuale presenza lungo l’ipotetica traiettoria del corpi di ostacoli e sulle caratteristiche del piano di caduta". In sostanza non si riescono a ricostruire pezzi fondamentali del puzzle di quella notte. A cominciare dal piano dell’ospedale da cui sarebbe caduto il giovane ferrarese. "Per una migliore definizione tecnica – conclude il professor – e della dinamica di produzione occorre avere a disposizione notizie idonee relative al sopralluogo, anche riprese fotografiche, nonché un esame del cadavere che identifichi in maniera precisa la topografia di tutte le lesioni, comprese quelle interne che hanno provocato la morte". Serve un’autopsia appunto, che la procura bolognese ha così disposto per lunedì prossimo, affindandone l’incarico alla professoressa Margherita Neri. Al momento, il fascicolo d’inchiesa è aperto contro ignoti per omicidio colposo.

La ricostruzione. Leonardo era stato trasferito al Maggiore il giorno stesso da Cona per essere sottoposto a un’intervento all’esofago dopo avere ingoiato una pedina. Trasportato a Bologna e sottoposto all’intevento chirurgico riuscito, il giovane amante dello sport e cuoco, a mezzanotte, come raccontato dal padre, dormiva tranquillo. Mentre qualche ora più tardi nel cuore della notte, alle 4 circa, si sarebbe gettato da una finestra del secondo piano, dove era ricoverato, riuscendo a passare nella fessura della finestra aperta a vasistas. Lui alto quasi due metri per 90 chili di peso. Gesto volontario che sarebbe seguito di due ore a un tentativo di fuga. Ma il padre vuole conoscere tutti i momenti di quella maledetta notte. Vuole la verità sulla morte del figlio. E nei giorni scorsi è tornato più volte al Maggiore per rcapire: partendo dalla finestra da cui sarebbe uscito per arrivare al punto di impatto. Non coincidono, secondo quanto il suo legale scrive in una memoria al pm. Leonardo, cioè protrebbe essere uscito dalla finestra, avere percorso a piedi un tragitto che poi lo ha portato a cadere al suolo, impattando anche contro due grate. C’è ancora molta luce da fare per poter far scorrere i titoli di coda.