Morto dopo il volo dall’ospedale: "Omissioni di medico e infermiera", esposto contro i sanitari del Maggiore

Il padre del giovane Leonardo, deceduto il 21 giugno 2022, ha presentato una nuova denuncia "Non hanno preso provvedimenti adeguati, condotta che ha concorso a causare la fuga e la caduta".

Leonardo Riberti, morto all'ospedale Maggiore di Bologna

Leonardo Riberti, morto all'ospedale Maggiore di Bologna

"Le numerose e gravi condotte del medico e dell’infermiera di turno quella notte nel reparto di Otorino, hanno concorso a causare la morte di mio figlio, Leonardo Riberti". È uno dei passaggi che il padre del giovane morto il 21 giugno dello scorso anno, dopo il volo dall’ospedale Maggiore, ha vergato nelle sei pagine di denuncia-esposto depositata ieri dall’avvocato Fabio Anselmo, che lo assiste in questa dura e dolorosa battaglia per far emergere la verità su quella maledetta notte. Une decisione che il padre di Leo ha preso dopo avere letto e riletto la chiusura delle indagini firmata dal pm Luca Venturi. Un atto che fin da subito è apparso a Davide Riberti un controsenso. Una ricostruzione abbastanza minuziosa delle ore che hanno preceduto la morte del figlio,ma che finisce con l’indagare l’unica professionista che si trovava a decine di chilometri di distanza, in un altro ospedale. Ricostruzione di quelle ore che va dal risveglio dall’anestesia dopo l’operazione fino al primo tentativo di fuga alle 1.30, lungo i corridoi del Maggiore, per poi essere bloccato e riportato in reparto dallo stesse medico che viene oggi denunciato. Leonardo gli dice che ha avuto un incubo, il camice bianco cerca lo psichiatra di turno, ma è impegnato. Non insiste "perché Leonardo si era tranquillizzato". Non era vero. Poche ore dopo, alle 5.30, il giovane tenta di nuovo la fuga, da un’altra parte. Questa volta riuscendo a passare da una finestra della sala di attesa, per poi calarsi sul tetto della camera calda, quasi cinque metri più in basso. Tutto senza che medico e infermiera messa ’a guardia’ se ne accorgano. Lo fanno solo quando ormai Leonardo sta cercando di saltare giù, dopo vari avanti e indietro. In questa ricostruzione dei fatti, acclarata dallo stesso pm, l’unica responsabile per la procura bolognese è la psichiatra di Cona. Non ci sta il padre di Leo e neanche il suo avvocato. "Alle 1.30 Leonardo aveva raggiunto il pronto soccorso da solo – scrive il padre – senza che né il medico, né gli infermieri se ne accorgano. Riportato in reparto, lo stesso medico chiede un consulto psichiatrico, che ha reputato necessario dopo il tentativo di fuga". In quel momento lo psichiatra era impegnato. "Ma il medico del reparto non insiste". Alle 5.30 però il ventunenne prova a fuggire di nuovo e purtroppo con successo. "Leonardo, viene ricostruito dalle indagini – scrive ancora il padre – resta sui tetti per un tempo non definito, per poi cadere e morire. E’ lo stesso avviso di chiusura indagini a ritenere che i sanitari del reparto non abbiano adottato le adeguate cautele per evitare la morte di Leonardo, soprattutto dopo la prima fuga: i sanitari avrebbero dovuto decidere provvedimenti per impedirlo. E’ evidente che le condotte di medico e infermiera si configurano come omissioni tali da aver concorso a cagionare la morte di Leonardo. Avevano piena contezza del pericolo di fuga". Interpellati, dal Maggiore non hanno ritenuto al momento di intervenire.