REDAZIONE FERRARA

Morto schiacciato all’Interporto. Yaya, la Cgil ammessa parte civile: "Riconosciuta la nostra battaglia"

Il giovane carrellista, che viveva a Ferrara, venne travolto da un camion al suo terzo giorno di lavoro. La Procura felsinea ha chiesto il giudizio per otto imputati, tra cui la ditta che aveva assunto il 22enne. .

Yaya Yafa,. 22 anni, era nato in Guinea Bissau: viveva in città, morto. nell’ottobre 2021

Yaya Yafa,. 22 anni, era nato in Guinea Bissau: viveva in città, morto. nell’ottobre 2021

"La nostra presenza nel processo non è solo un atto di solidarietà e vicinanza alla famiglia del lavoratore, ma anche una testimonianza dell’attività sindacale svolta dalla Cgil e dalla sue categorie per rivendicare la legalità, la stabilità occupazionale e la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro". Così la sigla bolognese commenta, con soddisfazione, la decisione del gup Andrea Salvatore Romito, che ieri ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile del sindacato nell’udienza preliminare del procedimento sulla morte di Yaya Yafa, il carrellista 22enne, nato in Guinea Bissau e residente a Ferrara, che nell’ottobre del 2021 morì schiacciato da un camion in manovra al suo terzo giorno di lavoro all’Interporto di Bologna. Per quella vicenda, il pubblico ministero bolognese Michela Guidi ha chiesto il rinvio a giudizio di otto persone per omicidio colposo e nel procedimento è imputata anche la Dedalog, cooperativa per la quale lavorava la vittima.

"La continua violazione delle norme a presidio della salute dei lavoratori – scrive la Cgil nella sua nota – si oppone all’attività sindacale che quotidianamente svolgiamo a tutela di tutti i lavoratori, soprattutto quelli più fragili ed esposti al ricatto occupazionale (un doppio ricatto nel caso di Yaya, anche per le norme del Testo unico immigrazione), tanto più in siti complessi come l’Interporto e in presenza di un diffuso ricorso ad appalti e subappalti".

Il giudice Romito ha invece rigettato la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla Città metropolitana di Bologna. "Siamo sorpresi da questa decisione – le parole del Capo di Gabinetto e delegato al Lavoro, Sergio Lo Giudice –, ma ne prendiamo atto. Non cambierà l’impegno della Città metropolitana nel seguire questa vicenda, così come più in generale la tutela dei lavoratori e della loro incolumità, un impegno che coinvolge in modo attivo le istituzioni del nostro territorio". Infine l’aggiunta: "Rimaniamo convinti dell’opportunità che anche di fronte ai più significativi incidenti sul lavoro le amministrazioni pubbliche siano ferite nell’interesse pubblico che hanno il dovere di tutelare. Rinnoviamo la nostra vicinanza alla famiglia di Yaya".

red.cro.