REDAZIONE FERRARA

Municipi, teatri e case: "C’è ancora tanto da fare". In campo altri dieci milioni

Enorme è stato lo sforzo con un investimento di otto miliardi in regione. Saletti (Bondeno): "Comune nell’ex scuole". Garuti (Poggio): "Lavori in abbazia".

Enorme è stato lo sforzo con un investimento di otto miliardi in regione. Saletti (Bondeno): "Comune nell’ex scuole". Garuti (Poggio): "Lavori in abbazia".

Enorme è stato lo sforzo con un investimento di otto miliardi in regione. Saletti (Bondeno): "Comune nell’ex scuole". Garuti (Poggio): "Lavori in abbazia".

Su una jeep la notte in pigiama, i piedi tagliati dai pezzi di vetro caduti sul pavimento durante quella lunga infinita scossa, che alle 4.05 – sesto grado Richter – fece sentire all’improvviso l’Emilia indifesa. Quattro operai morirono nelle loro fabbriche. Stavano lavorando. Sette le vittime nella nostra provincia. Attorno, mentre avanzava la luce di un mattino di maggio, i segni della distruzione. Nelle chiese, nelle case, la gente che nei parchi si guardava smarrita negli occhi, a cercare solidarietà nell’immensità di quel disastro.

"Abitavo al terzo piano, un boato, tremava tutto. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, gli armadi che si aprivano, piatti e bicchieri che crollavano". Simone Saletti, oggi primo cittadino di Bondeno, era assessore. Il sindaco era Alan Fabbri. Stupore, incredulità. Che sono durati poco. "Ci siamo subito rimboccati le maniche – riprende – c’era gente bloccata nelle abitazioni. Eravamo uniti, per soccorrerli, aiutarli ad uscire. Abbiamo creato un punto di raccolta per i dipendenti comunali nella pinacoteca, una cabina di regia nella sede dei vigili del fuoco. Abbiamo misurato già in quelle prime ore il senso di una comunità, tutti hanno aiutato tutti". Poi il pensiero va a quello che è stato fatto, a quello che c’è ancora da fare. Nelle prossime settimane, per consolidare l’accelerazione della ricostruzione pubblica – facendo fronte al caro materiali e rispondendo alle esigenze di liquidità dei cantieri in corso affinché non si fermino – il commissario metterà in campo risorse proprie per circa 10 milioni di euro. Analoga misura per fare fronte all’aumento imprevedibile dei prezzi delle materie prime era stata adottata anche nel 2023. Con uno stanziamento aggiuntivo di 10 milioni per la ricostruzione pubblica che nel corso del 2024 ha permesso di sbloccare cantieri per oltre 130 milioni di euro.

Saletti, con l’aiuto dei tecnici, stila la lista. Comincia con quello che deve essere fatto. "Il municipio va sistemato, siamo ancora nelle ex scuole elementari", precisa. Sono ripartiti i cantieri delle chiese di San Giovanni e Stellata. Ci sono i risultati raggiunti, brillano d’orgoglio. Sono stati sistemati il duomo di Bondeno, le chiese di Ponte Rodoni, Santa Bianca e Zerbinate, San Biagio, Sabbioncello, Settepolesini, il santuario della Madonna della Pioppa, Burana, Pilastri. "Per far capire quanto grande è stata la devastazione, un dato. L’unica chiesa a salvarsi è stata quella di Scortichino. Siamo stati costretti a celebrare i matrimoni in villa, grazie ad accordi con privati". Saletti mette sul tavolo gli altri numeri della catastrofe. "Per il comparto privato, case e negozi, sono stati assegnati 132 milioni di contributi. Ma ci sono ancora 80 case da sistemare".

Maggio 2012, Piero Lodi era sindaco a Cento. "Non è possibile dimenticare quella lunga notte, quel tragico risveglio. Eravamo sotto choc, ma già in strada a coordinare i soccorsi. C’è stata quella scossa, poi altre. In quei giorni sembrava non finire più". Ma già erano stati allestiti i parcheggi, le auto dove – chi ci riusciva – dormiva con l’illusione al risveglio di trovare il suo paese. Non era così. Già allestite le cucine per i pasti. "La situazione attuale? Il teatro comunale è ancora chiuso, il municipio – che si trova in un palazzo storico – è inagibile. Il Comune ha preso un palazzo in affitto da un privato, palazzo Piombini. La biblioteca, di proprietà della Provincia, è chiusa. La chiesa del Santissimo Rosaio è inagibile. Tutti gli altri edifici di culto del territorio sono stati invece sistemati". Era capogruppo d’opposizione nei giorni del terremoto Daniele Garuti, che poi diventò sindaco di Poggio Renatico, da alcuni mesi presidente della Provincia. "Abitavo a pochi chilometri dall’epicentro, quando è arrivata quella scossa sono rimasto ad aspettare che finisse. La ricostruzione? Sono partiti i lavori per l’abbazia, il castello l’abbiamo sistemato. E’ bellissimo, domani vengono gli studenti a visitarlo. A fare da cicerone ci sono io".

Mario Bovenzi