Muore due giorni dopo l’incidente La procura dispone l’autopsia

L’esame su Massimiliano Cocco sarà eseguito lunedì. Al momento unico indagato l’autista dell’altra auto

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di Cristina Rufini

FERRARA

Sarà eseguita lunedì, con tutta probabilità, l’autopsia sul corpo di Massimiliano Cocco, il ferrarese di 42 anni morto il due dicembre scorso, due giorni dopo essere rimasto ferito in un incidente stradale in via Padova, accaduto il 30 novembre. Sembrava aver riportato conseguenze lievi e dopo gli accertamenti al pronto soccorso era stato dimesso con sette giorni di prognosi. Un niente quasi. Il quarantaduenne decide di trascorrere la convalescenza dai genitori. E fino a poco prima di morire ssembrava essere tutto a posto. Poi il buio. Una morte inspiegabile al momento, se non come conseguenza di quanto patito nell’incidente del 30 novembre.

Per questo il pm Ciro Alberto Savino, di turno al momento dell’incidente, ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale e disposto l’autopsia. Prima di tutto c’è da capire che cosa ha ucciso Cocco: se davvero il peggioramento delle condizioni dovute all’incidente o se è sopraggiunto qualcosa indipendentemente dalle ferite riportate. Poi c’è da ricostruire la dinamica dello scontro tra il furgone Citroen Jumper condotto dal quarantaduenne e una Hunday che transitava in via Padova ma nella direzione opposta. Ricostruzione necessaria per capire le responsabilità. E’ questo il punto di partenza dell’inchiesta. Ma ci potrebbero essere ulteriori sviluppi, perché è probabile che la procura voglia approfondire anche gli accertamenti sanitari cui è stato sottoposto il ferrarese in ospedale. E ci saranno esami aprofonditi anche sui mezzi, in considerazione del fatto che Cocco ha avuto l’incidente alla guida di un mezzo del corriere per cui lavorava.

Cocco – che aveva compiuto 42 anni da tredici giorni, quando quel pomeriggio del trenta novembre, in via Padova, è rimasto vittima dell’incidente – prima di lavorare per Brt, secondo quanto si apprende dal suo profilo Linkedin, si era occupato di mediazione immobiliare e aveva lavorato in diversi bar, tra i quali a Lido di Spina e al Ludovico wine bar di piazza Ariostea a Ferrara. "C’è stato fino all’estate del 2017. Ci conoscevamo. Siamo cresciuti insieme", le poche parole del titolare del locale. Poi altri impieghi.

La notizia della sua morte ha gettato nel più profondo dolore la sua famiglia, i genitori che non riescono a darsi pace di quanto accaduto e di come sia stato possibile non prevedere le conseguenze delle ferite riportate nell’incidente, tra le quali anche una botta alla testa e contusioni al torace.