Muratore trovato morto Ferrara, l'autopsia sul 39enne per svelare il giallo

Si fa di nuovo strada l’ipotesi che sia precipitato dal tetto, meno plausibile l’investimento. Un testimone lo ha visto schiantarsi al suolo

Il luogo dove è stato ritrovato il muratore morto (nel riquadro)

Il luogo dove è stato ritrovato il muratore morto (nel riquadro)

Ferrara, 25 luglio 2021 - Resta ancora un mistero la morte di Mikel Gjini, il 39enne, muratore, albanese, trovato senza vita fuori dal condominio di via Ticchioni, in zona Gad, dove abitava da due anni e mezzo. La vicenda è ancora alcuni punti oscuri, ma si sta facendo strada l’ipotesi che l’uomo sia caduto dall’alto del palazzo, gettandosi volontariamente dal tetto. Quindi sta perdendo quota la pista seguita, in un primo momento, dagli investigatori che il 39enne sia stato investito da un pirata della strada.

Il punto Muratore trovato morto sotto casa. L’ipotesi: travolto da un pirata

Un cambio di rotta nelle indagini dovuto a un testimone che ieri mattina, alle 11, si è presentato in questura per raccontare di aver visto l’uomo in volo e schiantarsi a terra. Per fugare ogni dubbio, gli investigatori della squadra mobile attendono l’esito dell’autopsia, che sarà fissata la prossima settimana dalla pm Isabella Cavallari. A far credere inizialmente che il muratore fosse stato investito da un pirata della strada, i traumi sul corpo e alla testa, che il medico legale aveva ritenuto attribuire allo scontro tra il 39enne e una macchina lanciata a forte velocità. Il testimone, però, ha rimesso tutto in discussione. L’uomo ha spiegato che la decisione di andare in questura soltanto il giorno dopo, è arrivata con il diffondersi delle informazioni su un presunto pirata della strada. Il testimone, passando in auto vicino a via Ticchioni, avrebbe visto cadere l’albanese, presumibilmente, dal tetto del palazzo. La squadra mobile, inoltre, dalla registrazioni delle telecamere non ha individuato auto pirata che avrebbero potuto investire l’abanese. Nel caso non ci fossero altri colpi di scena, la ricostruzione più attendibile sarebbe che Gjini, dopo aver pranzato con i parenti, si sia prima andato a riposare nel suo appartamento. Poi, una doccia veloce e la preparazione delle valigie per il viaggio del giorno dopo con l’aereo in Albania.

A questo punto, il muratore, con il cellulare in mano, sarebbe uscito dall’appartamento, lasciando la porta aperta, per raggiungere il tetto del palazzo. Sia chiaro: è soltanto un’ipotesi che dovrà essere necessariamente confermata o meno dall’autopsia. In ogni caso, il corpo senza vita è stato visto da due inquiline anziane del palazzo. Le donne hanno guardato fuori dal balcone e visto il loro vicino. La famiglia di Gjini, invece, è stata avvisata dal fratello del coinquilino dell’albanese. Vedendo la porta aperta e non trovando più il muratore all’interno dell’alloggio, l’uomo, istintivamente, avrebbe è andato sul balcone e visto l’ambulanza del 118. Gjini, nei giorni precedenti, mentre si trovava al lavoro in un cantiere era già caduto da una scala facendosi male alla testa. Per questo motivo era finito all’ospedale e, durante il periodo di riposo forzato, aveva dormito dalla sorella.

Le anziane , che per prime, hanno visto il cadavere dell’uomo supino appoggiato fra la carreggiata e il ciglio del marciapiede, raccontano: "È stato uno choc accorgersi che il nostro vicino era morto. Siamo state noi a dare l’allarme per prime. Ce ne siamo accorte guardando fuori, ma non avevamo sentito alcun rumore". Le due vicine di Mikel Gjini sono ancora scosse: "Era una persona educata – concludono – e salutava sempre. Soltanto qualche parola scambiata al volo, niente di più".