LAURA GUERRA
Cronaca

"Nascite in teleassistenza o al pronto soccorso. E così che si salvaguardano mamme e bimbi?"

Cento, Gallerani del comitato dei cittadini torna sulla chiusura della maternità dopo i due parti in emergenza dell’ultimo periodo .

L’ingresso dell’ospedale di Cento

L’ingresso dell’ospedale di Cento

"A Cento si nasce in teleassistenza e nel Pronto Soccorso". E’ così che inizia la riflessione di Marco Gallerani, portavoce del gruppo ‘Cittadini in Soccorso al Pronto Soccorso di Cento’ e che riapre il dibattito sulla chiusura del Punto Nascita dell’Ospedale di Cento. Sospeso da giugno 2023 a inizio anno è arrivata la dichiarazione di chiusura da parte dell’assessore regionale alla salute e luogo già riconvertito. "A Cento, fine maggio scorso, è nato un bimbo in casa grazie al papà che si è dovuto improvvisare ostetrico in teleassistenza col Punto Nascite di Bentivoglio, perché evidentemente non c’erano i tempi per raggiungerlo e poter partorire con l’ausilio dei sanitari – dice Gallerani – Sempre a Cento, due giorni fa, una donna, in stato avanzato di gravidanza, si è presentata al Pronto Soccorso, evidentemente in condizioni tali da non permetterne il trasferimento a Cona e in quelle stanze ha dovuto partorire, assistita dal personale sanitario del Pronto Soccorso stesso, aiutato da ostetriche rimaste al SS. Annunziata. Se fosse stato di sera e di notte, quest’ultime, non ci sarebbero state. I due eventi, per terminare lietamente, hanno avuto quindi bisogno di un papà eroe e di operatori sanitari del Pronto Soccorso con una professionalità. Tutto ciò è insostenibile, in un Paese civile. Due fatti, due realtà avvenute a Cento grazie alla scellerata politica regionale, appoggiata dall’amministrazione centese, di chiudere il Punto Nascite del SS. Annunziata". E prosegue la sua lettura "I fatti provano il grave errore della chiusura del reparto nascite, dovute a scelte politiche che non tengono conto delle esigenze reali del territorio, ai vertici quella di avere una struttura di prossimità adeguata al parto – tuona – Esiste una realtà vera, quella sopra raccontata, ed esiste una realtà virtuale dei politici che ci amministrano, in tutti gli ambiti, più preoccupati a sé stessi e difendere la propria parte politica, invece di prodigarsi per rafforzare strutture. Costringere a partorire in casa teleassistiti o al Pronto Soccorso o per strada, sono il modo migliore per "salvaguardare la sicurezza e la salute delle donne partorienti e del nascituro", come ha dichiarato il Sindaco Accorsi per giustificare la chiusura del Punto Nascite centese che non raggiungeva i 500 parti annui, ma che ha sempre comunque assicurato una sicurezza estrema?". E pone una domanda: "Mi fa impressione che si possa anche solo pensare che debba essere qualcuno, caso strano un uomo, a decidere dove una donna deve partorire", scriveva lo stesso Accorsi in risposta alle nostre documentazioni che certificavano la presenza di oltre 1000 nascite sul nostro territorio. Queste due donne, Sindaco Accorsi, hanno potuto scegliere dove partorire?".

Laura Guerra