Nature morte e immagine del cibo ’Il gusto inquieto’ tra le opere

Taglio del nastro della mostra dedicata da ‘Casa Vidoni’ e dal liceo Dosso Dossi all’artista Bruno Vidoni.

Nature morte e immagine del cibo  ’Il gusto inquieto’ tra le opere

Nature morte e immagine del cibo ’Il gusto inquieto’ tra le opere

Tra la materia e l’ironia, tra la tradizione e la reinterpretazione. In Bruno Vidoni l’avanguardia interseca la pittura più classicheggiante, non tanto nel segno, corposo e attuale, quanto nei temi: nature morte caravaggesche lasciano spazio ad evidenze quasi apotropaiche, come i pesci, che, certo, guardano il polo tutto ferrarese di De Pisis o di Melli, ma che altresì ricordano antichi ‘xenia’ (letteralmente, "dono fatto all’ospite"). Ma i pesci sono solo una parte de ‘Il gusto inquieto. Natura morta e immagine del cibo’, mostra dedicata da ‘Casa Vidoni’ e dal liceo artistico Dosso Dossi all’artista Bruno Vidoni. La mostra nella sala espositiva del liceo, in via Bersaglieri del Po 25. Inaugurata ieri, è aperta fino al 2 aprile. Orari: lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.30 alle 19, giovedì dalle 10 alle 12.30, venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19. Bruno Vidoni (Cento, 1930-2001) era un artista eclettico, ricordato per alcune provocatorie immagini fotografiche realizzate negli anni 70. È stato anche artista concettuale, pittore, incisore, gallerista e critico d’arte, scrittore, poeta e cultore della ricerca etno-storica (fondamentale il suo apporto alla costruzione dell’archivio della fotografia storica del Centro Etnografico Ferrarese, istituto del Comune di Ferrara, col quale collaborò dal 1973 sino alla morte). L’esposizione riguarda il tema delle nature morte, realizzate dall’artista tra la metà degli anni Settanta e Ottanta. Immediati i riferimenti alla pittura di Matisse e Braque, ma non mancano omaggi al Rinascimento e al Barocco, a Leonardo e a Caravaggio, quasi adattati o giustapposti a un gusto tutto contemporaneo, che fa capo, tra le altre, alla Pop Art. Così, la lattina di Coca-Cola e il tramezzino, pasto frugale che porta i connotati del boom economico, sono in primo piano rispetto al canestro di frutta di Caravaggio. O ancora, caraffe di vino, mele ammaccate (la frutta rovinata: di nuovo Caravaggio), pesci, limoni e stoviglie sono accostate a un quotidiano dal titolo iconico ‘È la terza guerra mondiale’. La presenza di un mazzo di tarocchi, così come l’utilizzo, qua e là, della stampa fotografica alimentano il mito di un autore, Vidoni, che non rinuncia al mistero e a un’inquietudine che, anche nel 2023, risulta familiare.

Francesco Franchella