L’aglio di Vogliera è l’unico prodotto a marchio dop della nostra provincia. Non mancano specialità igp, tra questa la salama da sugo regina della tavola. Un esercito destinato a crescere. In attesa del marchio igp l’anguilla di Comacchio, la carota ferrarese, il cocomero ferrarese, la vongola di Goro, la zia e il salame all’aglio.
"Sono le nostre bandiere, cibi che superano i confini per conquistare l’Europa e il mondo. Le nostre specialità, ricchezze della campagna e del mare, sono ambasciatori di un territorio", sottolinea Paolo Cavalcoli, direttore di Confagricoltura.
A quando risale la legge che ha istituito i marchi d’eccellenza?
"Dobbiamo andare al 1992. Del resto fino a qualche tempo fa parlavamo di prodotti di nicchia. Adesso non è più così"
Cosa è cambiato?
"Questi prodotti fanno da traino, sono la carta d’identità del made in Italy. Basta guardare all’effetto che hanno sul turismo enogastronomico, un settore che si regge proprio su prodotti di alta qualità. Il marchio è una vetrina, una forza alla quale noi come associazione di categoria abbiamo sempre creduto"
Si parlava della legge
"E’ della scorsa primavera la riforma che stabilisce alcuni aspetti cruciali"
Quali?
"In primo luogo vieta quei prodotti che hanno nomi simili, che imitano marchi ben noti. E’ il caso del Prosek che è stato appunto bandito"
Poi?
"La riforma dovrebbe dare maggiore impulso all’iter per ottenere il riconoscimento".