Nel parco tra sculture e idrovore I giovani del Fai fanno la storia

L’iniziativa organizzata in collaborazione con il Consorzio della Bonifica di Ferrara

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E’ stato un successo la prima visita alla scoperta del Parco artistico di Marozzo, distesa verde attorno all’omonimo impianto idrovoro risalente al 1872. E’ stata organizzata dal Gruppo Fai Giovani Ferrara di cui è responsabile Luigi Benincasa, in collaborazione con Consorzio di Bonifica di Ferrara. Uno spazio che grazie alla lungimiranza degli amministratori è stato arricchito di opere d’arte coniugando la storia dell’impianto alla bellezza della creatività di artisti nazionali. Il parco, divenuto sede espositiva all’aria aperta delle opere vincitrici del concorso scultoreo nazionale ‘De Aqua et Terra’, ospita le tre alte steli in laterizio di Matteo Cecchinato "Genius Loci", premiato solo alcuni giorni fa, l’opera "Forza circolare" dell’artista Ciros Amos Ferrero, in arte Chiro, "Il Nocchiere" di Michelangelo Galliani, la "Maestra delle acque" di Nicola Zamboni e "Principio" di Francesco Maiuolo, Marta Marino e Francesco Barbieri. "Sono oltre una sessantina di persone – dice Benincasa, arrivato a Marozzo assieme ad un’altra quindicina di giovani volontari del Fai – nonostante la giornata molto calda. Abbiamo trovato un grande interesse nelle sculture e nella bellezza dello storico impianto idrovoro, ancora poco conosciuto. L’ appuntamento si inserisce nella manifestazione ‘Giardini aperti’ di Fai Giovani Emilia-Romagna, festival del paesaggio diffuso in tutta la regione, che quest’anno ha come tema principale l’acqua". La visita, guidata dai giovani del Fai, consentirà di conoscere le numerose attività che vengono svolte sul territorio dal Consorzio di Bonifica. "Il tema è quello dell’acqua non solo come elemento fondamentale per la sopravvivenza dell’uomo – riprende Benincasa – ma anche perché proprio grazie alla fondamentale attività del Consorzio riesce a tenere i terreni asciutti e renderli fertili aiutando la nostra agricoltura, settore così importante". Per i visitatori di Marozzo c’è stata anche la possibilità di osservare come funziona un impianto moderno e come funzionava e quanta bravura avessero gli operai ed artigiani che lavoravano in un impianto del passato, poichè ancora sprovvisti dell’attuale tecnologia. Impianti che hanno saputo disegnare il territorio e i canali, fin dagli storici "scariolanti", per consentire una bonifica tutt’ora fiore all’occhiello del territorio ferrarese. "Il festival proseguirà – conclude Luigi Benincasa – anche nei prossimi fine settimana di maggio in altri luoghi verdi della regione, forse ancora poco conosciuti nonostante la loro bellezza".

Claudio Castagnoli