Nella morsa del caro vita Acquisti più che dimezzati

Trentacinquemila famiglie hanno rinviato le spese programmate entro il 2022. Il 20% dei nuclei pensa di tagliare anche i costi per farmaci e visite mediche

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Meno uscite con gli amici e al ristorante perché l’inflazione galoppante non risparmia nessuno. La mannaia dei tagli colpisce anche viaggi o vacanze e l’acquisto di beni elettronici. Le famiglie corrono ai ripari e riducono i consumi. Nel carrello della spesa ormai si vedono solo prodotti in offerta. La macchina solo quando non se ne può fare a meno per uno spostamento. A Ferrara sono oltre sessantamila le famiglie che asseriscono di aver ridotto i loro consumi. Più di quattro persone su dieci dicono di aver cancellato o rimandato acquisti di beni elettronici, viaggi o vacanze. Quasi cinque su dieci, invece, acquisti di elettrodomestici o arredi. I numeri si commentano da soli: a Ferrara 35mila famiglie hanno rinviato o cancellato acquisti programmati entro la fine del 2022, a causa del carovita. Il venti per cento degli abitanti della provincia di Ferrara rimanda addirittura le spese mediche. Le festività natalizie, quindi, si annunciano fra le più austere degli ultimi quindici anni.

Per quanto riguarda il carrello della spesa, il prezzo è diventato determinante: i consumatori iniziato a ridurre la quantità di cibi e bevande acquistati. Oggi oltre quattro italiani su cinque, quando fanno la spesa, stanno più attenti ai prezzi di quanto facessero un anno fa. Tanto che per il 75% il prezzo è diventato un fattore di scelta importante. In tanti pensano di intervenire sul riscaldamento della propria casa o sulla rete elettrica: c’è chi punta a sostituire l’impianto oppure a ristrutturare la propria abitazione. Molto in voga, fra l’altro, l’installazione di pannelli fotovoltaici per ridurre le spese energetiche. Il presidente del centro studi Ircaf ed esperto delle politiche del consumo Mauro Zanini analizza la situazione: "Dalla metà di settembre si avverte una drastica riduzione dei consumi delle famiglie. Con l’inflazione sopra all’11 per cento non poteva essere altrimenti. È un segnale preoccupante perché la recessione si sta avvicinando ogni giorno di più. L’auspicio è che le politiche del Governo riescano a intervenire in modo più efficace sugli effetti del caro energia. Un livello di inflazione simile non si verificava dagli anni ’80. L’ultimo decreto del Governo sembra aver dato una mano soprattutto alle imprese".

Il primo trimestre del 2023 sarà il vero banco di prova: "Gli effetti del caro energia si riverseranno sugli italiani – sbotta– . Senza contare la spinta inflazionistica che colpirà i beni di prima necessità come pane e latte. Non sono da escludere speculazioni anche sul versante alimentare". Ed ecco la proposta: "Tassare i super profitti derivanti dai costi energetici lievitati a dismisura – propone Zanini –. Una gabella da estendere anche ai settori della finanza che hanno speculato in questo settore. Il governo Draghi ci aveva pensato ma bisogna perfezionare il provvedimento". Lo scostamento di bilancio del Governo è necessario: "Servirà una politica molto forte di aiuti – conclude Zanini –. Non sappiamo ancora cosa succederà con le bollette che arriveranno con novembre, dicembre e gennaio".

Matteo Radogna