
Davide Tuzzi, titolare dell’agenzia di investigazioni private Securiteam
L’aspetto che più colpisce gli addetti ai lavori sono le movenze. Mentre giocano, occhi sbarrati, quasi ipnotizzati dalle luci delle slot machine. Sguardo perso e movimenti lenti quando lasciano la sala giochi. Come se tornassero da una dimensione parallela, caricandosi sulle spalle il peso dei problemi della quotidianità. Sono i ludopatici, i malati di gioco d’azzardo. Una forma di dipendenza che sta prendendo piede in maniera allarmante, con conseguenze devastanti per intere famiglie. E che sempre più di frequente finisce al centro delle attività degli investigatori privati, assunti (spesso come ultima spiaggia) da familiari, amici o datori di lavoro che non riescono a spiegare ammanchi di denaro o comportamenti anomali da parte di parenti o dipendenti. Le indagini, soprattutto dopo il Covid, sono schizzate. Tra il 2024 e le prime settimane del 2025, la Securiteam di Davide Tuzzi ha seguito una dozzina di casi. "È molto frequente – spiega Tuzzi, responsabile dell’agenzia –, circa un caso al mese. E parliamo di persone che giocano tanto, bruciando pensioni o stipendi nel giro di due o tre giorni. Il boom, prosegue l’investigatore privato, ha iniziato a farsi sentire dopo la pandemia: "Durante il Covid in molti si sono avvicinati al gioco online. Una volte terminate le misure di contenimento, usciti di casa si sono lanciati sul gioco ‘fisico’. Slot machine soprattutto, ma anche Gratta e vinci e tanto altro".
Ma qual è l’identikit di chi finisce nel vortice del gioco patologico? Per la maggior parte, stando all’esperienza degli operatori della Securiteam, sono uomini, anche se non mancano le donne. La febbre dell’azzardo è trasversale alle classi sociali e raggiunge anche le fasce meno abbienti. "Ci troviamo davanti operai, pensionati, commessi – così Tuzzi –. Ci capita di seguire persone che vanno in Posta a ritirare la pensione, chiedendo i contanti, e una volta fuori si infilano nel primo bar con le slot e si giocano tutto". E Parliamo di puntate pesanti: "C’è chi gioca anche due o tremila euro al mese a forza di monete da due euro buttate nelle slot". E una volta che si spengono luci e musiche delle macchinette? Si ritorna ai guai della quotidianità. "La bolletta da pagare e la spesa da fare senza avere più un soldo in tasca – così l’investigatore –. E allora si svuotano i conti corrente. O peggio". E il peggio è il crimine. "C’è chi per pagarsi la puntata ricorre all’illecito – afferma –. Intorno ai luoghi di gioco abbiamo spesso notato persone pronte ad approfittare della fragilità dei ludopatici, magari pronti a prestare soldi non si sa in cambio di cosa. Non manca poi chi si trova costretto a rubare o a prostituirsi".
Quando si arriva a bussare alla porta delle agenzie di investigazione è perché si è arrivati a un punto di non ritorno. I clienti di Tuzzi sono i più svariati, ma raccontano tutti la stessa storia. Coniuge o familiari che cambiano comportamento e soldi che spariscono senza un perché. Fino a rischiare di finire sul lastrico. "Noi seguiamo la persona e svolgiamo accertamenti con i mezzi a nostra disposizione – spiega ancora il titolare della Securiteam –. E spesso le nostre attività ci portano in luoghi in cui si pratica il gioco d’azzardo. Sono posti spesso studiati apposta per trattenere il giocatore. Stanze con separé o lontane da occhi indiscreti, avvolte nella penombra. L’unica illuminazione è quella delle slot. Musica e luci hanno un effetto quasi ipnotico. Vediamo i giocatori come immersi in una ‘bolla’. Non parlano tra loro, non interagiscono. In quel momento c’è solo il gioco".
Almeno fino a quando non finiscono i soldi. Dopo, c’è la vita reale con tutti i suoi problemi. Il sogno della vincita rimane alle spalle, dietro quella porta che si affaccia sul paese dei balocchi. Ma il tintinnio delle monete sul piatto rimane quasi sempre un miraggio. Perché il banco vince sempre.