"Nessuna religione può giustificare la violenza"

L’appello di Samid (responsabile centro islamico). "Maggiori difficoltà di adattarsi all’occidentale per i genitori di prima generazione"

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di Cristina Rufini

FERRARA

Consapevole delle difficoltà che alcuni musulmani di prima generazione continuano ad avere nel permettere ai propri figli, in particolare figlie, di vivere secondo i costumi occidentali, Hassan Samid, responsabile del centro islamico di Ferrara, vuole mettere in chiaro subito un aspetto.

Qual è il primo messaggio che si sente di lanciare?

"Nessuna religione può giustificare simili atteggiamenti. Non c’è Islam che tenga davanti alla violenza. Peraltro c’è un versetto molto chiaro del Corano che sottolinea questo aspetto".

Quale?

"Recita esattamente così: Non c’è costrizione nella religione, nel senso chiaro che nessuno può essere costretto a seguire una religione e d’altra parte a nessuno può essere impedito di praticarla. Questo è il significato reale del versetto".

Perché esistono ancora tutte queste difficoltà da parte di alcuni genitori musulmani?

"Esiste, per quanto vediamo anche noi che cerchiamo di approfondire questo aspetto, un’alea di resistenza a far seguire i dettami dell’educazione rigida ricevuta nel proprio Paese di origine, in particolare nei genitori di primi generazione, coloro che sono emigrati e arrivati in Occidente e si trovano a crescere figli nati qui, che frequentano la scuola, la società occidentale, integrandocisi per la maggior parte. Ma non solo. Si tratta anche di ignoranza delle situazioni, cioè di mancanza di conoscenza di come funziona la scuola, le attività ricreative cui i ragazzi partecipano. E anche incapacità di accettare che i figli, poi, seguano una propria strada, come è giusto che sia. E questo per tutti i genitori, non solo per chi pratica la religione musulmana".

Cioè?

"E’ un concetto generale, non esistono difficoltà ad accettare che i figli scelgano la propria strada solo nei nuclei familiari musulmani, ma anche in altre realtà. E’ un concetto più ampio: bisogna capire che è importante per un padre o una madre dare un’educazione ai figli, di mettercela tutta, ma dall’altra parte accettare che loro, un giorno, potranno anche distaccarsi dalla strada tracciata, fare le proprie scelte indipendentemente".

Come è possibile aiutare questi genitori a lasciar liberi i figli di vivere la propria vita, anche in base ai costumi occidentali?

"Probabilmente sarebbe importante educarli, con pazienza. Dovrebbero in sostanza seguire una sorta di catechismo sulle usanze dell’ Occidente, la società dove hanno deciso di vivere, pur continuando a praticare la propria religione, accettando che un domani i figli possano decidere di non seguirla. L’imam di Ferrara ha anche scritto un libro in arabo rivolto proprio alle famiglie".

E’ ancora una strada in salita?

"Sì, c’è ancora un po’ di strada da percorrere, in particolare per quanto riguarda le ragazze, perché c’è una sorta di vergogna dei genitori, soprattutto dei padri, se le figlie decidono di vestirsi e comportarsi all’occidentale, ma non ci arrendiamo".