Nigeriani Ferrara, il testimone dei disordini. "Ho mandato io il video a Salvini"

Lodi, segretario della Lega: "Quando succede qualcosa le persone mi chiamano"

Ferrara, i disordini scatenati dai nigeriani in Gad (Foto Businesspress)

Ferrara, i disordini scatenati dai nigeriani in Gad (Foto Businesspress)

Ferrara, 20 febbraio 2019 - Ha passato la notte in Gad, fra dirette Facebook e telefonate con i suoi. Poi ha inviato il video che ritraeva il raid dei nigeriani al ministro Salvini. Video diventato virale in pochi istanti. 

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Nicola Lodi, segretario comunale della Lega, lei era al posto giusto nel momento giusto. Come ha fatto? «Nei quattro anni in cui, da politico e da cittadino, ho frequentato il quartiere ‘Giardino’, ho stretto rapporti interpersonali molto forti con i residenti. E sono stati gli stessi residenti a contattarmi». 

La bagarre si è protratta per diverso tempo. Che ha visto? «Sono sceso dalla macchina nel momento in cui le bottiglie rotolavano ancora per strada e i cassonetti della spazzatura erano appena stati rovesciati. Ho visto due volanti dei carabinieri e la camionetta dell’esercito che, in pochi secondi, sono state accerchiate da una moltitudine di nigeriani che sbucavano fuori da via Battisti e dai giardini sotto le torri. Tra l’altro i circa cinquanta nigeriani gridavano contro le forze dell’ordine minacciando che, se il loro connazionale scappato poco prima ai controlli e involontariamente investito, fosse morto, avrebbero scatenato l’inferno». 

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Sembra un po’ una scena da ’Il Gladiatore’… «Non esagero, è stato proprio così. E’ per questo che, compresa la gravità della situazione, ho deciso di documentare il tutto filmando e mandando immediatamente il video a Salvini per renderlo partecipe di quanto grave sia la situazione in Gad. Tra l’altro sono stato anche minacciato personalmente da un nigeriano. Per la prima volta ho avuto paura».

Si aspettava questa risposta da parte del ministro? «La Lega ha davvero a cuore i temi della città ed era giusto informare subito il ministro. Credo che sia un ottimo segnale di vicinanza alla città. Il paradosso è che il sindaco ha fatto ricadere la colpa di quanto successo sul decreto Sicurezza: inaccettabile». 

Non le sembra di aver strumentalizzato politicamente i gravi fatti di sabato?  «Non è così. Mi sono limitato a fare un servizio ai miei concittadini. Ho documentato il tutto col solo fine di informare la cittadinanza che Ferrara è anche questo. O meglio è diventata così a causa delle politiche scellerate del Pd. Quelli che strumentalizzano sono loro che, quando vanno al Giardino, lo fanno sotto i riflettori o con le conferenze stampa. Io da quattro anni batto il quartiere ogni giorno. Cittadini testimoni». 

Della coalizione di centrodestra lei è stato l’unico che quella notte l’ha passata in Gad. Perché non altri? Perché non Fabbri che sarà il candidato del centrodestra?  «Io ho sempre impostato la mia azione politica in questo modo, cercando di dare risposte concrete ai cittadini e ottenendo ottimi risultati. Prendendo un partito che aveva poco più del 2% e portandolo oltre il 20. Tutto questo grazie all’appoggio di Alan Fabbri che è sempre a Ferrara e al quale io devo tutto. Tutte le mie battaglie sono state condivise e avallate da lui. Gli altri membri della coalizione fanno la politica che ritengono più opportuna, io non ho nulla da insegnare a nessuno».